​Fiori d’arancio tra bombe e missili, ecco il wedding planner per i soldati

Nei primi 5 mesi di guerra gli sposalizi al registro di Kiev siano cresciuti otto volte

Fiori d’arancio tra bombe e missili, ecco il wedding planner per i soldati
di Marco Ventura
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Sabato 29 Luglio 2023, 22:42 - Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 08:57

Il momento più toccante è stato quando in chiesa, a Kiev, lontano anni luce ma non a troppi chilometri dal fronte insanguinato e mortifero del Donetsk, hanno cominciato a spandersi le note e le parole di “All of me”, di John Legend. «La mia testa è sott’acqua, ma respiro bene. Tu sei pazza e io sono fuori di testa. Perché tutto me stesso ama tutto di te». Yuliya e Maksym si sono guardati profondamente negli occhi e si sono detti “sì” con una forza che può esserci solo in tempi di guerra, con la roulette russa dei sommersi e salvati sempre in agguato. Ogni attimo è un regalo perché Maksym, 43 anni, combatte nelle trincee del Donbass e ogni alba può essere l’ultima. E la sua sposa, Yuliia, 39, per essergli vicino lo ha seguito al fronte come medico e rischia la pelle pure lei. In prima linea non c’è tempo per progettare matrimoni, c’è la volontà di sposarsi subito. La vita contro la morte. 


L’AMORE E LA MORTE
Le decisioni che non si riescono mai a prendere diventano urgenti, non procrastinabili. Qui e ora. Perché può non esserci un domani. E non è strano che nei primi 5 mesi di guerra gli sposalizi al registro di Kiev siano cresciuti otto volte, da 1110 dell’anno precedente a 9.120. E convolare a nozze è diventato naturale come respirare, specie con la legge marziale: in un giorno, uniti per la vita. Maksym e Yuliia non hanno smesso di darsi baci da quando sono entrati in chiesa e la promessa che si son fatti è tanto semplice quanto improbabile, quella di «invecchiare insieme». Una sfida all’invasore, più che un proposito ragionevole. Come dice anche John Legend: «Tu sei pazza e io sono fuori di testa». 

 


L’ORGANIZZAZIONE
A organizzare il matrimonio in tutti i dettagli, non solo per Maksym e Yuliia ma per altre coppie di soldatesse e soldati che dal fronte rientrano per promettersi una vita d’amore, consumare la luna di miele in tre giorni da sogno sui Carpazi e poi tornare a combattere, è una Ong no-profit fondata da Ksenia Drahaniuk e Andriy Kolesnyk il 31 marzo 2022, un mese dopo l’invasione, per divulgare e sostenere la cultura della “donna nell’esercito” e fornire alle soldatesse munizioni, uniformi («che cuciamo da soli»), scarpe e kit umanitari. La domanda di organizzare i matrimoni è sorta spontanea. E Ksenia e Andriy hanno deciso di rendere il sogno possibile. Tutto è offerto dalla Ong, non solo per alleggerire i costi della coppia ma per accorciare i tempi: il luogo del ricevimento, la torta nuziale, il parrucchiere, l’abito da sposa, il book fotografico, il viaggio di nozze e l’anello di matrimonio. Tre anni prima - si legge sul New York Times che racconta la loro storia – Maksym e Yuliia si sono conosciuti su un sito di incontri online. Maksym è impazzito d’amore quando Yuliia ha deciso di «andare in guerra per me». Lei, a domanda su cosa le piaccia di più di Maksim, risponde alla John Legend: «Tutto». La cerimonia, ovvio, si conclude con un patriottico “Slava Ukraini”. Gloria all’Ucraina. E con l’ulteriore promessa: «Avremo figli, poi nipoti, e faremo da babysitter ai nipoti». Maksym è sicuro: «Insegnerò ai miei nipoti a pescare e piantare patate».

 
LA RESILIENZA
Succede in Ucraina quello che è successo in altre guerre, per esempio a Sarajevo durante l’assedio, quando l’incremento delle nascite compensò il tasso di mortalità per i cecchini e le bombe. A Kiev sono tornate di moda le canzoni pop che erano considerate ormai troppo sdolcinate, tipo “Hello Bride”. Il semplice proposito di sopravvivere diventa un atto di eroismo. E il matrimonio un investimento patriottico. Ma accanto all’emozione dei novelli sposi, c’è quella di chi li unisce sull’altare o in Comune a Kiev. «Alcuni di loro andranno in guerra e non torneranno», confida a giornalisti di Newsweek uno dei funzionari incaricati di «benedire» le nozze. «Così ogni giorno ci mettiamo l’anima a cercare di rendere felice ogni coppia». A Vinnytsia, all’indomani di un terrificante bombardamento che uccise 26 innocenti (compresa una bambina down nella carrozzina trascinata dalla mamma), il giorno dopo Dariya Steniukova si ostinò a celebrare le nozze che aveva lungamento progettato, adesso per sfida, tra le macerie del suo appartamento di famiglia sventrato dalle bombe. E pubblicò le immagini in rete. «Siamo pronti a sposarci, anche con i razzi che ci volano sopra le teste». 
 

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