SAN DONÀ/JESOLO - «Sentiamo i missili che scoppiano sopra l’hotel, vogliamo tornare a casa». Gianluca Pasqual, 57 anni di Jesolo e Alberto Montagner, 45 anni di San Donà, da tre giorni sono sotto le bombe di Hamas. Entrambi dipendenti di Veritas sono a Tel Aviv in vacanza da martedì scorso. «Il primo allarme è scattato alle 7 di sabato, sono iniziati i “botti” e i problemi – spiega Pasqual - Alloggiamo all’hotel Idelson: abbiamo imparato che quando suona l’allarme abbiamo in un minuto e mezzo per entrare nella “safe room”, un rifugio sotterraneo. Eravamo in trenta in hotel, adesso penso saremo in tre. Sabato l’allarme è scattato tre volte, e sentivamo lo scoppio dei missili della contraerea sopra l’hotel». «La situazione è drammatica – continua Pasqual – Sabato ho contattato via whatsapp l’Ambasciata. Mi hanno risposto di registrarmi al sito dell’unità di crisi della Farnesina e attenermi alle indicazioni delle autorità locali. Sabato non ci si muoveva perché dalle 11 è stato dichiarato lo stato di guerra. Anche stamattina era una raffica continua, gli scoppi si sentono anche in camera. La città è deserta, ci sono pattuglie in strada, posti di controllo e elicotteri che monitorano di continuo il litorale».
«Domenica sono andato all’ambasciata – continua - pensavo che ci fosse qualcuno, vista l’emergenza ma gli uffici, invece, erano chiusi.
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TENSIONE
Per la loro sorte nel Sandonatese sono ore di apprensione per familiari, colleghi e amici. Per Pasqual, in particolare, una figlia che lo aspetta a San Donà, per Montagner i genitori che stanno vivendo ore di grande apprensione. Contattato per via dell’amicizia che lo lega a Montagner, l’assessore al Bilancio ed ex vice di Zaia Gianluca Forcolin ha investito della questione anche la Regione.