I caccia della Corea del Nord e della Corea del Sud si fronteggiano nei cieli sopra la zona demilitarizzata che serve a fare da cuscinetto fra le due nazioni i cui confini non seguono più la storica demarcazione dettata dal 38° parallelo. I numeri sono imponenti e quindi preoccupanti: la Corea del Sud ha detto di aver fatto decollare in scramble (decollo rapido) 80 aerei tra F35 e F16 da guerra in risposta a 180 raid dei jet nordcoreani che hanno sorvolato - ed è vietato - la zona di confine: si tratta dei Mig29 Fulcrum e dei vecchi ma riammordernati bombardieri Harbin H-5. Sulla carta Kim Jong-Un dispone di 1.600 velivoli militari (cargo ed elicotteri compresi), gli analisti ritiene che ne siano in servizio effettivo meno della metà. I Mig29 Fulcrum sono tuttavia caccia di quarta generazione, una in meno dell'F35, dalle grandi prestazioni. In altre parole 180 incursioni in poche ore rappresentano uno sforzo notevole per l'aeronautica nordcoreana.
L'allarme è scattato ieri tra le 11 e le 15 locali (3-7 in Italia). La sempre più crescente escalation militare da Nord ha contribuito a creare una spaccatura senza precedenti tra le due Coree, ormai ai minimi storici, tanto da aver "costretto" Seul e Washington a dare il via a esercitazioni militari congiunte negli ultimi giorni.
Corea del Nord, 180 aerei al confine con il Sud: tensione altissima
In risposta alla minaccia aerea di ieri pomeriggio, la Corea del Sud ha fatto immediatamente decollare 80 aerei, inclusi caccia stealth F35A. La "linea virtuale" sudcoreana, che gli aerei da nord hanno violato, è situata a circa 50km dal confine settentrionale, «ed è utilizzata dall'esercito come base per le operazioni di difesa aerea», come ha affermato un funzionario di Seul. Questo avvertimento, l'ultimo in ordine di tempo, è ormai il frutto di un botta e risposta sempre più incalzante tra i due paesi, il quale nell'ultimo periodo sembra abbia innescato un effetto domino tra Seul e Pyongyang molto pericoloso.
Corea del Nord, 180 jet da guerra in volo https://t.co/sFNwDUjzXL
— infoitesteri (@infoitesteri) November 4, 2022
L'ultima settimana è stata la peggiore in quest'ottica. I due "vicini" danno l'impressione inesorabile di essere a un passo dallo scoppio di un conflitto. Alcun giorni fa la Corea del Nord ha contribuito ad aumentare i livelli d'allerta come mai nella storia tra i due paesi, almeno per quanto riguarda il periodo posteriore all'unico conflitto storico tra Nord e Sud, avvenuto tra il 1950 e il 1953.
Due giorni fa Kim Jong un e i suoi hanno infatti lanciato 23 missili balistici (un record) nel mare del Giappone, violando le acque territoriali di Suel e Tokyo. I lanci sarebbero stata la dura risposta, già annunciata, alle esercitazioni aeree combinate, tutt'ora in corso, tra Corea del Sud e Stati Uniti, denominate "Vigilant Storm", le quali hanno coinvolto la mobilitazione senza precedenti di 240 jet.
La reazione diplomatica
In un incontro, già programmato, avvenuto questa mattina a Washington, tra il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin e il ministro della Difesa sudcoreano Lee Jong-sup, le due nazioni si sono impegnate a cercare nuove misure per dimostrare la "determinazione e le capacità" dell'alleanza, dopo le ripetute provocazioni nordcoreane, questo secondo una dichiarazione congiunta tra i due paesi.
Dopo la minaccia aerea, un alto funzionario di Washington ha dichiarato che, sebbene gli Stati Uniti avessero affermato da maggio che la Corea del Nord si stava preparando a riprendere i test nucleari per la prima volta dal 2017, non era chiaro quando avrebbe potuto condurre un test aereo come quello avvenuto ieri pomeriggio. Le esercitazioni aeree tra Stati Uniti e Corea del Sud si sarebbero dovute concludere domani, dopo l'ultima minaccia c'è da capire se verranno prolungate.
Il ruolo di Mosca e Pechino e le minacce della Corea del Nord
In questa escalation costante tra Seul e Pyongyang, la Casa Bianca ritiene che Cina e Russia abbiano la leva adatta per convincere la Corea del Nord a non riprendere i test nucleari.
Questa mattina, i diplomatici americani hanno fatto sapere che gli Stati Uniti hanno ufficialmente chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di riunirsi pubblicamente sulla Corea del Nord. Tale richiesta è stata sostenuta anche da altri membri del consiglio come: Gran Bretagna, Francia, Albania, Irlanda e Norvegia.
Cina e Russia inoltre avevano già da tempo posto il veto a eventuali sanzioni delle Nazioni Unite in risposta ai lanci di missilistici nordcoreani. Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, attualmente in viaggio diplomatico a Seul, ha condannato la Corea del Nord per aver minacciato la sicurezza internazionale con ripetuti lanci di missili e ha esortato Pyongyang a tornare al dialogo: «Penso che il regime di Pyongyang sia l'unico responsabile della situazione attuale», ha detto Steinmeier dopo i colloqui con il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol.
Pyongyang, nel frattempo, ha condannato le esercitazioni militari alleate. Proprio ieri, poco prima del decollo dei 180 aerei da guerra, Pak Jong Chon, segretario del Comitato Centrale del Partito dei Lavoratori della Corea del Nord, aveva affermato: «Washington e Seul hanno preso una decisione molto pericolosa aumentando le esercitazioni, stanno contribuendo a far si che la situazione vada fuori controllo. Gli Stati Uniti e la Corea del Sud scopriranno di aver commesso un terribile errore che non potrò essere annullato».