Si tratta di una scoperta che apre un dibattito tra gli esperti perchè l' iconografia è totalmente diversa da quella bizantina che è arrivata fino a noi. Il volto classico di Cristo è quello che è impresso anche nella Sindone, il sacro telo di lino conservato a Torino, in cui appare in negativo l’immagine di un uomo piuttosto alto, dalla barba e dai capelli lunghi e dai tratti bianchi.
La scoperta avvenuta nel sito bizantino di Shivta, nel deserto del Negev, nel sud di Israele in realtà era stata fatta negli anni Venti, anche se nessun archeologo e nessuno storico dell’arte antica vi aveva mai fatto caso prima per via del cattivo stato di conservazione del battistero. «Ero lì al momento giusto e nel posto giusto, con l'angolo giusto di luce e, improvvisamente, ho visto gli occhi», ha raccontato Emma Maayan-Fanar. A sinistra della figura di Cristo appare ben visibile Giovanni Battista. Anche la posizione della scena, nell’abside del Battistero, suggerisce che il dipinto risalirebbe al VI secolo.
Padre Alberto Maggi, uno dei maggiori biblisti italiani, spiega che è difficile definire una iconografia precisa: «gli evangelisti hanno tralasciato ogni particolare sull'aspetto fisico di Gesù, non hanno descritto come era fatto, se era alto o basso, se era grasso o magro, se aveva i capelli oppure no. Hanno fatto in modo che Cristo si vedesse nel volto dei fratelli, non volevano creare la base per una formula idolatrica. L'immagine di Cristo, dunque, è in ogni uomo. Potevano descriverlo meglio ma non lo hanno fatto ed è stata una scelta precisa, una cosa voluta, non casuale, proprio per fare in modo che Cristo fosse negli occhi di ogni uomo».
(Franca Giansoldati)
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