Il primo ministro danese rivela: «ChatGPT ha scritto il discorso che avete appena sentito»

Durante il suo intervento, la leader socialdemocratica ha voluto sottolineare l'importanza, ma anche i rischi dell'intelligenza artificiale

Il primo ministro danese rivela: «ChatGPT ha scritto il discorso che avete appena sentito». Frederiksen spiega le sue perplessità sui pericoli dell'IA
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Venerdì 2 Giugno 2023, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 11:00

«Quello che ho appena letto qui non è stato scritto da me. È scritto da un'intelligenza artificiale, ChatGPT». È quanto afferma la premier Mette Frederiksen nel suo intervento al dibattito di chiusura del Parlamento della Danimarca dopo un'introduzione di pochi minuti.

La leader ha utilizzato la tanto discussa tecnologia ChatGPT per scrivere parte del discorso che ha tenuto oggi in Parlamento. Durante il suo intervento, la leader socialdemocratica ha voluto sottolineare l'importanza, ma anche i rischi dell'intelligenza artificiale (IA): «È allo stesso tempo affascinante e spaventoso quello di cui è capace l'Ia. In pochi secondi può scrivere un discorso, risolvere un compito universitario o preparare un rapporto, facendolo in modo così convincente che poche persone credono che dietro ci sia un robot e non un essere umano», ha evidenziato Frederiksen. «L'intelligenza artificiale non è più il futuro - ha concluso il primo ministro - è una realtà. E cambierà la nostra società in una misura che semplicemente ancora non capiamo».

Il Presidente del Consiglio ha sottolineato quanto può fare l'intelligenza artificiale ma che bambini e ragazzi vanno quindi tutelati molto meglio.

Promette di assumersi la responsabilità del futuro uso responsabile dell'intelligenza artificiale e di una maggiore regolamentazione delle società tecnologiche: «I giganti della tecnologia si stanno prendendo il tuo tempo. Prendono i tuoi dati. E forse prendono anche la tua autostima? Dobbiamo a voi bambini e giovani trovare risposte a questa sfida»

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Frederiksen descrive come la vita dei bambini e dei giovani si svolga sempre più sulle piattaforme digitali, che secondo lei è legata alla crescente infelicità psicologica: «Voi giovani siete per molti versi più socievoli di qualsiasi generazione prima di voi. Costantemente in contatto tra loro su una moltitudine di piattaforme. Eppure molti di voi sono soli. C'è più ansia. Più persone sperimentano la depressione. Le diagnosi stanno esplodendo».

 

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