Clima, sos riscaldamento globale: «Sistema correnti oceaniche al collasso già nel 2025. Impatto su ogni abitante del pianeta»

Un nuovo studio pubblicato su Nature lancia l'allarme sull'imminente stravolgimento degli equilibri climatici negli oceani: la corrente calda del Golfo potrebbe aver vita breve

Clima, il sistema delle correnti è al collasso. L'allarme degli scienziati: «conseguenze gravi per ogni abitante del pianeta»
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Martedì 25 Luglio 2023, 19:21 - Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 13:17

Un sistema vitale di correnti oceaniche potrebbe scomparire entro pochi anni, se dovesse continuare il riscaldamento globale dovuto ai gas serra. Gli scienziati avvisano che un evento simile sarebbe catastrofico perchè «colpirebbe ogni abitante del pianeta». Lo afferma un nuovo studio pubblicato oggi - martedì 25 luglio - sulla rivista Nature: è stato scoperto che l'Atlantic Meridional Overturning Current (AMOC), di cui fa parte la corrente del Golfo, potrebbe collassare intorno alla metà del secolo, o addirittura già nel 2025.

L'AMOC è un complesso groviglio di correnti che funziona come un «gigantesco nastro trasportatore globale»: trascina l'acqua calda dai tropici verso il Nord Atlantico, dove si raffredda, diventa più salata e sprofonda nell'oceano, prima di diffondersi verso sud.

La sua scomparsa avrebbe conseguenze devastanti. 

 

Gli effetti dello stravolgimento delle correnti oceaniche

L'AMOC svolge un ruolo cruciale negli equilibri climatici. Il suo crollo avrebbe enormi implicazioni, secondo i climatologi: inverni molto più estremi, innalzamento del livello del mare e spostamento dei monsoni ai tropici. Per anni gli scienziati hanno avvertito della sua instabilità, mentre la crisi climatica accelera inesorabilmente, minacciando di sconvolgere gli equilibri in fatto di temperature e salinità, da cui dipende la forza delle correnti dell'AMOC.

Il precedente storico

Man mano che gli oceani si riscaldano e il ghiaccio si scioglie, più acqua dolce scorre nell'oceano e si riduce la densità oceanica. Quando l'acqua diventa troppo fresca, troppo calda, o entrambe le cose, il nastro trasportatore si ferma.

È già successo prima. Più di 12.000 anni fa, il rapido scioglimento dei ghiacciai provocò il collasso dell'AMOC, causando enormi fluttuazioni di temperatura nell'emisfero settentrionale da 10 a 15 gradi Celsius (da 18 a 27 Fahrenheit) entro un decennio.

Quando collasserà di nuovo l'AMOC

Un rapporto del 2019, stilato dal Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC), prevedeva che l'AMOC si sarebbe indebolito nel corso di questo secolo, ma considerava improbabile il suo collasso definitivo prima del 2100. Il nuovo studio diffuso oggi su Nature, tuttavia, giunge a conclusioni assai più allarmanti. 

Ne parla Peter Ditlevsen, professore di fisica del clima all'Università di Copenaghen, nonché uno degli autori principali della nuova ricerca sullo stato di salute delle correnti oceaniche. Secondo Ditlevsen esistono evidenti «segnali di preallarme» che portano gli esperti a prevedere un possibile crac dell'AMOC «forse già nel 2025 e non oltre il 2095». Il punto di collasso - sempre secondo quanto riferisce lo scienziato - si verificherà «tra il 2039 e il 2070». 

Nelle conclusioni del rapporto si chiedono misure rapide ed efficaci per ridurre a zero l'inquinamento da riscaldamento del pianeta, per ridurre le temperature globali e rallentare lo scioglimento del polo Nord. «Il punto chiave di questo studio ci dice che non abbiamo molto tempo per farlo - ha spiegato alla CNN Peter de Menocal, presidente della Woods Hole Oceanographic Institution - la posta in gioco è appena aumentata». 

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