Scandalo Boeing, morte sospetta di un secondo dipendente: aveva denunciato difetti di fabbricazione

Un altro informatore legato allo scandalo dei 737 Max è deceduto improvvisamente

Scandalo Boeing, morte sospetta di un secondo dipendente: aveva denunciato difetti di fabbricazione
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Venerdì 3 Maggio 2024, 11:10 - Ultimo aggiornamento: 19:06

Nuova grana per Boeing. Una seconda talpa è morta dopo aver denunciato le carenze del 737 Max. Joshua Dean aveva 45 anni ed è deceduto il primo maggio a causa di un'infezione improvvisa. La sua scomparsa segue quella di John Barnett, due mesi fa, per un apparente suicidio nel mezzo della sua testimonianza contro Boeing. «Era in buona salute e conduceva uno stile di vita sano», hanno detto al Seattle Times alcuni membri della famiglia di Dean, descrivendo l'infezione come «improvvisa e a rapida diffusione».

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Il mistero

Il 45enne era stato ricoverato per problemi alle respirazione due settimane fa: era stato intubato, ma aveva sviluppato una polmonite e una seria infezione che erano risultate fatali.

Dean era un ex controllore della qualità di Spirit ed era stato licenziato dalla società nel 2023 dopo aver accusato i vertici di ignorare i difetti di produzione del 737 Max. In seguito al licenziamento, Dean si era rivolto al Dipartimento del Lavoro e aveva denunciato Spirit per averlo silurato per ritorsione. La sua crociata per la sicurezza era poi continuata con la testimonianza in un'azione legale degli azionisti di Spirit contro l'azienda e la denuncia alla Federal Aviation Administration in merito ai problemi di sicurezza nella linea di produzione del 737.

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Seconda morte sospetta

Dean aveva puntato il dito contro contro il management di Spirit per la sua «cattiva condotta» nei controlli di qualità sul 737 Max. Nel 2018 e 2019 due 737 Max sono stati coinvolti in incidenti mortali, in cui hanno perso la vita 346 persone. Boeing ha impiegato anni per riprendersi dallo scandalo e cercare di voltare pagina ma, di recente, un'altra serie di incidenti ha compromesso gli sforzi fatti e costretto il colosso dell'aviazione a una drastica riorganizzazione, con un azzeramento dei vertici.

Le indagini

Sulla morte di Dean non vuol speculare il suo legale Brian Knowles, che ha rappresentato anche Barnett. «Gli informatori sono necessari. Portano alla luce le malefatte e la corruzione nell'interesse della società. Serve molto coraggio per farsi avanti», si è limitato a dire. Barnett, che aveva trascorso decenni in Boeing, è stato trovato morto in marzo per apparenti ferite autoinflitte di arma da fuoco. Nel 2019 aveva raccontato al New York Times di aver trovato «grappoli o schegge di metallo» appesi ai cavi dei comandi di volo che avrebbero potuto causare danni «catastrofici» se fossero penetrati nei fili

Stop ai voli

Subito dopo il disastro della Ethiopian Airlines diversi Paesi, la prima la Cina poi altri fra cui l’Italia, hanno deciso di bloccare i voli di tutti i 737 Max per i timori sulla sicurezza dell’aereo. La prima a muoversi è stata la Cina, poi alcuni ’Europa. Prima le decisioni di alcuni Paesi, poi l’autorità europea per la sicurezza dei voli Easa ha deciso il blocco ai voli dei 737 Max 8 e Max 9 nei cieli europei, dal 12 marzo 2019. Gli Stati Uniti, Paese in cui ha sede il costruttore dell’aereo, si sono mossi con qualche giorno di ritardo, lo stop al volo del Max è stato decretato dall’ente federale della sicurezza, Faa, il 14 marzo 2019. Il blocco dei voli di questo velivolo si è esteso immediatamente a tutto il mondo, in tutte le versioni, non solo il Max 8. Il 16 dicembre 2019 la Boeing ha annunciato la sospensione “temporanea” della produzione del velivolo. La produzione del jet è ripresa, in maniera graduale, il 27 maggio 2020. Dopo lo scoppio di un portellone d'emergenza di un Boeing modello 737 Max su un volo dell’Alaska Airlines il 5 gennaio scorso è stata avviata una indagine degli ispettori Usa che hanno riscontrato ben 97 casi di non conformità e  la compagnia avrebbe fallito 33 verifiche su 89.

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