La tensione fra Usa e Cina si raffredda. Su Taiwan, sulla guerra in Ucraina, sulla lotta per l’ambiente e le guerre commerciali. Su tutto Washington e Pechino tornano a dialogare e cercano una strada comune. A confrontarsi ieri sono stati i leader dei due Paesi, entrambi freschi di vittorie politiche a casa. Dopo tre mesi di trattative segrete, l’incontro faccia a faccia fra Joe Biden e Xi Jinping è avvenuto a margine del G20 di Bali. Le diplomazie dei due Paesi lo preparavano da tempo, nonostante il dialogo si fosse congelato dopo la visita a Taiwan della speaker della Camera Nancy Pelosi che Pechino ha giudicato una provocazione inaccettabile. Quel silenzio si è disciolto nelle 3 ore e mezzo della conversazione di ieri a Bali.
Pensiero a Kiev
A monopolizzare l’attenzione mondiale sono stati i due temi più roventi, quelli che potrebbero sfociare in una catastrofe mondiale se le due superpotenze non trovassero un accordo: la guerra in Ucraina e l’indipendenza di Taiwan. È vero che nulla di clamoroso è stato detto e che il summit bilaterale fra i due non si è risolto con un reciproco invito nelle rispettive capitali.
Il bilancio
La soddisfazione di Biden per il colloquio è stata evidente nella sua conferenza stampa, nella quale ha affermato: «Credo assolutamente che non ci sia bisogno di una nuova Guerra Fredda», e ha aggiunto che lo scambio con Xi è stato «chiaro e diretto», e che i due Paesi faranno del loro meglio perché la «vigorosa competizione non sfoci in conflitto». Anche sulla sorte di Taiwan, l’isola ribelle che Pechino considera parte della Nazione, Biden ha assicurato che si è fatto chiarezza. Dopo che lui stesso nei mesi passati aveva confuso le acque sostenendo che gli Usa sarebbero pronti a difendere i 20 milioni di abitanti di Taiwan in caso di attacco cinese. Ieri, invece, ha spiegato che per la Casa Bianca vale ancora la politica della Cina Unica, e a buon conto ha aggiunto di essere convinto che la Cina non stia preparando un’invasione. Xi ha detto chiaro e tondo che l’isola rappresenta una linea rossa che altri Paesi non hanno diritto di attraversare, ma è opinione diffusa negli Usa che l’umiliazione che Putin ha subito in Ucraina, la sconfitta di una superpotenza per mano di un piccolo paese che difende la propria terra, abbia raffreddato le velleità belliche di Pechino. E ieri Biden ha apertamente auspicato che Pechino «continui a mantenere la pace e la libera circolazione navale nello stretto di Taiwan».
Le visite
Nel complesso, se questo incontro stava cercando di impedire che i legami degli Stati Uniti con la Cina peggiorassero, di certo lo ha fatto, ma resta da vedere se le relazioni possono fare passi avanti. I due Paesi sembrano volerlo, e difatti hanno annunciato la creazione di una «squadra di contatto» che proseguirà i colloqui sulla base del bilaterale Biden-Xi. Il primo passo sarà americano: il segretario di Stato Toy Blinken andrà in missione a Pechino, per riavviare ufficialmente il dialogo diplomatico fra i due Paesi.