Attacco all'ospedale di Gaza, il racconto dei sopravvissuti: «Non siamo riusciti a contare i corpi. Metà delle vittime erano bambini»

Le testimonianze di medici e operatori sanitari sopravvissuti

Missile sull'ospedale di Gaza: «Il 40% erano bambini, è stato un massacro. Fermare la strage di civili». Il racconto dell'attacco
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Mercoledì 18 Ottobre 2023, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 00:12

«Puoi raccontare esattamente cosa è successo?» chiede una giornalista ad Ahmed Yousef el-Louh, paramedico che stava lavorando all’Al-Ahli Arabi Baptist Hospital di Gaza, nel momento in cui è stato colpito da un missile - le cui responsabilità devono essere ancora accertate - nella serata di martedì 17 ottobre. 

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Il racconto della strage 

La mattina dopo, ciò che resta dell'ospedale battista di Gaza, nel quale si erano rifugiate molte famiglie in fuga dal nord della Striscia - come ordinato dall'esercito israeliano - è un cumulo di macerie e una distesa di corpi senza vita, moltissimi appartenenti a bambini. «Abbiamo visto un massacro - risponde il paramedico - nessuno è stato risparmiato rimanendo solo ferito, sono tutti morti. Tutti. Stavano solo dormendo». «Non siamo neanche riusciti a contarli - continua - molti dei corpi erano ridotti in pezzi». «Mi rivolgo ai leader mondiali - è l'appello di Ahmed - dovete fermare il massacro della popolazione palestinese a Gaza». 

 

«Questo doveva essere un posto sicuro, dove le persone potevano trovare un rifugio», dice un secondo operatore sanitario. «Cercavano un posto sicuro nell'unico ospedale cristiano di Gaza», prosegue. «Siamo stati attaccati da un barbaro bombardamento. Questo è un genocidio: e lo dicono le leggi internazionali, secondo le quali gli ospedali dovrebbero essere posti sicuri, dove civili e sfollati possono sfuggire agli attacchi».

«Questo era uno dei miei vicini - dice il paramedico indicando uno delle centinaia di sacchi bianchi che contengono i corpi senza vita, ancora sparsi fuori e dentro i pochi locali rimasti in piedi degll'ospedale - lui cercava solo un posto sicuro all'interno di questo ospedale».

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