La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock in Italia è nota soprattutto per lo scontro avuto con il governo Meloni sui finanziamenti alle Ong. In patria invece la 43enne è conosciuta - oltre che come presidente dei Verdi - per le posizioni intransigenti a favore dell'ambientalismo, del cosiddetto interventismo umanitario, del sostegno a favore dell'Ucraina e, in particolare, per l'opposizione netta contro il partito neonazista Afd. Un profilo tutto sommato in ascesa all'interno del puzzle complesso rappresentato dal governo Scholz, che oggi si trova però travolto dalle polemiche.
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La rivelazione
Secondi i media tedeschi infatti, il nonno di Baerbock non era solamente un ingegnere della Wehrmacht che riparava contraeree - come da sempre dichiarato dalla famiglia - ma, all’incirca all’età di 30 anni, anche un nazista convinto.
I documenti
Un uomo che potrebbe non aver raccontato tutte le sue verità. Stando ai documenti diffusi dai media tedeschi, l’«ufficiale di guerra» viene infatti descritto come un «nazionalsocialista totale» che aveva letto il libro-manifesto ideologico di Adolf Hitler, il "Mein Kampf". Dettagli che peraltro avevano già evocato nel 2021 e nel 2022 alcuni organi di stampa vicini al Cremlino quando condussero in Germania una campagna proprio contro la ministra. Tant'è che anche oggi c'è chi ritiene le rivelazioni parte di un atto di "guerra ibrida" da parte della Russia, nel tentativo di avvalorare la propaganda contro gli ucraini, inquadrati da Mosca come nazisti.
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Le ripercussioni
Al netto dello scandalo che sta appassionando molto i tedeschi per il momento non sembrano esserci ripercussioni all'orizzonte per Baerbock che intanto sta cercando di far abbassare il polverone. Il dicastero degli Esteri tedesco infatti, si è limitato a commentare alla Bild che «i documenti diffusi non erano noti al ministero».