Per Pitti Filati i tessuti del futuro sono destrutturati

Per Pitti Filati i tessuti del futuro sono destrutturati
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Giovedì 16 Luglio 2015, 17:35 - Ultimo aggiornamento: 21:52

FIRENZE - Nella moda, dal 2016, si torna a parlare di decostruzione. Questa infatti, unita e declinata ad uno dei temi ancora cari al fashion system contemporaneo, quello dell’artigianalità, ha dominato la 77esima edizione di Pitti Filati. I tessuti presentati per la stagione autunno-inverno 2016/2017 sono espressione diretta di queste due correnti che, nel filato, trovano un inaspettato punto d’incontro.

Nasce così un nuovo approccio al lusso che prevede la rigenerazione del filo generando nuove pesantezze, intrecci e superfici mosse.

I filati sono trattati come pezzi unici e spesso sono restaurati e recuperati da pezzi già prodotti e dal mondo naturale con un uso nuovo dei colori e delle texture, spesso in assemblaggio con materiali inediti. L’ispirazione per la maglieria è quindi quella del patchwork, con parti di lana unite a poliammide per dare origine a fili declinati in una gamma di colori luminosi pensati per realizzare maglie ad effetto active. Anche il cashmere rinasce in versione dinamica contaminato da viscosa, seta e nylon, mentre l’alpaca si sviluppa su filati mossi e leggeri. Grazie a nuove tecnologie, le fibre sono trattate in modo da assumere aspetti tridimensionali. Il nero è la cornice cromatica su cui si sviluppa un ventaglio di nuance ispirate alle luci e, soprattutto, alle ombre della natura nordeuropea.

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