Pellicce tra pop, rock
e follia multicolore

La pelliccia secondo Armani
di Paola Pisa
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Venerdì 14 Dicembre 2012, 12:39 - Ultimo aggiornamento: 12:45
Roma - Lusso, volutt. E pelliccia. La rivoluzione in atto la vuole rock, pop, fun, funky, sexy, con una spruzzata di follia che gli angolofoni battezzano fuffly (morbido) chic. Appena Pianeta delle scimmie, con un tot di Wilma degli Antenati. Si porter anche la prossima estate, come vuole Miuccia Prada e sar come un ninnolo, un tocco di grazia sull’abito. Ora il tutto corre verso gli spensierati Anni ’80. In versioni colorate. Stampate. Fiorate. Sono passati anni luce da quando le dive dei ruggenti '20 e '30 strapazzavano le pellicce camminandoci sopra e trascinandole come spasimanti ridotti allo stremo. Secoli da quando i bebè venivano fotografati nudi su quella isoletta pellicciosa finta o vera da parenti estasiati e ansiosi di augurare al pargolo successi e ricchezza. Una vita da quando Marlene Dietrich e Loretta Young si nascondevano dentro mantelli fatti di volpe argentata.

Dice il costumista Adrian, uno dei più favolosi della Hollywood dei Telefoni bianchi, che quando una star si avvolgeva in un gigantesco cappotto di volpe rossa sembrava lo stesso nuda. La sensualità è legata a filo stretto con il mantello degli animali, lo dice il titolo di un celebre romanzo erotico di Leopold Sacher von Masoch del 1870, Venere in pelliccia, che ha ispirato per il suo ultimo film Roman Polansky.



La storia vuole che negli Anni ’30 fossero le voluminose volpi a furoreggiare. Il visone con la sua promessa di escalation sociale spunta nei ’40 e poi continua la sua ascesa come stola indossata da Gina Lollobrigida e Sofia Loren per culminare la sua pericolosa corsa in Venere in visone, dove Elizabeth Taylor si gioca la vita e l'amante per una pelliccia. Elsa Schiaparelli, primi del '900, lanciò la pelliccia di scimmia, era una anticonformista. Il 1971 fu soprannominato l’anno dello scandalo. Non solo posò nudo per la pubblicità del suo profumo, ma Yves Saint Laurent, geniale stilista, lanciò in un solo colpo il nude look e le pellicce colorate. I benpensanti diedero in escandescenze.

La voga delle trasparenze ha preso sempre più piede. Quella delle pellicce multicolor torna più forte che mai e con un mood innovativo e un po' rock. Giovane. Di grande stile o selvaggio. Certo non low profile. Di sublime classe la giacca-mantella di Giorgio Armani fucsia o arancio e lo stilista vuole originalissimi cappottini che sembrano quadri astratti in nero, rosso, grigio.



IL GILET PRIMITIVO



La pelliccia di Fendi in visone e volpe abbina varie tinte tra cui un giallo uovo. Della stressa griffe ecco gilettoni pelosi e un po' primitivi color ocra e bianco. Celine stampa mantelle corte a bande larghe, DSquared la riga in orizzontale, Cavalli fa un patchwork di pelli. Blumarine invita le ragazze a portarne in tinte pastello come l'azzurro. Jean Paul Gaultier le lancia arancioni. Gabriele Colangelo mette la sua giacca di volpi sopra al jeans, il giaccone di Scervino di mongolia sembra una nuvola. Gilet, pastrani, cappottoni e cappottini, colbacchi, borse come quella di Michael Kors, stivaloni e moon boot come quelli di Moncler Gamme rouge. Il settore delle pellicce lamenta cali abissali di vendite, e c'è la Peta, associazione animalista che gioisce rilanciando lo slogan Meglio nuda che in pelliccia. Sono più di 50 i brand nel mondo che hanno rinunciato a usare le pellicce. In controtendenza Samantha, portale che inneggia alla Fur-free, dicendo che anche noi siamo animali. Come visoni, cincillà, zibellini, astrakan, scimmie e capre.
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