H&M continua a crescere: a febbraio +15% di utile e i negozi superano quota 3500

H&M continua a crescere: a febbraio +15% di utile e i negozi superano quota 3500
di Antonio Bonanata
2 Minuti di Lettura
Giovedì 26 Marzo 2015, 15:48 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 13:09
È la seconda catena di negozi d’abbigliamento al mondo e tutti la conoscono con il marchio H&M: la public company svedese Hennes&Mauritz segna un nuovo risultato positivo nei ricavi degli ultimi tre mesi, sino a fine febbraio, dopo un 2014 a dir poco brillante.

Gli investitori del brand hanno infatti ricevuto una buona notizia dal fronte delle vendite nel mese appena trascorso: più 15 per cento l’utile registrato nelle monete locali (soprattutto l’euro) dei paesi in cui H&M ha un mercato, corrispondente alla crescita di un quarto in corone svedesi. I profitti sono cresciuti del 36 per cento, sempre in corone svedesi, nello stesso arco temporale. Debole l’impulso ai ricavi impresso dalla valuta della Svezia, il paese in cui H&M ha la sede principale; gli analisti hanno cominciato a temere che ciò potesse intralciarne le redditività.

Gran parte della merce H&M viene acquistata in dollari, una moneta con il cambio in aumento, e venduta in euro, il cui valore negli ultimi mesi è sceso di molto. Il brand, tra i colossi che competono nell’area euro, è lo specchio delle multinazionali statunitensi: un dollaro forte colpisce la competitività dei prezzi americani, e i conseguenti ricavi, ma incrementa il loro potere d’acquisto. Diversi gruppi degli States, infatti, hanno lamentato questo contesto macroeconomico. Un euro più debole avvantaggia marchi come H&M, sebbene la situazione possa non durare a lungo.

Continua, intanto, l’espansione dei negozi: si è passati da 3192 nello stesso periodo dello scorso anno ai 3551 stores in tutto il mondo. Con circa 450 punti vendita, la Germania detiene il record di diffusione; negli Stati Uniti gli stores sono 350. In Cina se ne contano 300 mentre nel Regno Unito 250. A seguire, con 150 negozi, Francia, Spagna e Svezia. Poco più sotto, l’Italia, che ne ha circa 130.