hanno fatto venire in mente a Jacqueline Firkins, insegnante di design all’Università della Columbia Britannica in Canada, di utilizzare le foto al microscopio di cellule tumorali per creare 10 abiti con l’unico scopo di sensibilizzare la ricerca sulla malattia.
«La mia speranza è che in qualche modo attraverso la moda si possa penetrare più profondamente in quello che una donna può provare riguardo al proprio corpo quando viene colpita dalla malattia, ma anche dare un'idea di forza, bellezza e resistenza» ha dichiarato la Firkins curatrice della manifestazione chiamata «Fashioning Cancer: The Correlation between Destruction and Beauty», che punta provocatoriamente, come dice il titolo, alla correlazione tra la distruzione e la bellezza.
Un’iniziativa a cui hanno collaborato esponenti del mondo universitario, coloro che hanno dato un contributo scientifico, come il dottor Christian Naus, o le studentesse che hanno fatto da modelle per gli abiti.
Le cellule rappresentate sui vestiti rappresentano per lo più quelle delle forme tumorali che aggrediscono il cervello. Il ricavato della sfilata viene devoluto ad associazioni che si occupano dei malati terminali e istituti scientifici per la ricerca.
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