Sara, una designer romana per l'Alta moda

Sara, una designer romana per l'Alta moda
di Anna Guaita
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Giovedì 19 Maggio 2016, 21:50 - Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 23:34
New York - Alta moda, su misura, a costi competitivi. Sembra un sogno, ma negli Usa sono le stesse università e istituti del design che fanno da incubatori per idee rivoluzionarie come questa. L'ultima, il sito NineteenthAmendment, prende il nome dall'emendamento della Costituzione che nel 1920 concesse il diritto di voto alle donne. E non è un caso: il sito vuole concedere alle donne potere e libertà, il potere di scegliere abiti eleganti e su misura, e la libertà dai costi dell'alta moda.

Per noi italiani c'è un interesse particolare: una giovane disegnatrice romana, Sara Di Salvo, è stata scelta come unica italiana in questo drappello di avanguardia che sogna di stravolgere i metodi di produzione con il principio del commercio sostenibile e umanitario. Proprio le creazioni di Sara sembrano le meno adatte a un esperimento di produzione veloce ed economico: il suo stile “neo vittoriano” coniuga tessuti lussureggianti e fantasie intricate, sempre però in una silhouette adatta alla vita di una donna attiva in una metropoli.

Il segreto, spiega Sara, sta nel metodo di produzione: «I vestiti vengono messi in prevendita sul sito, per 19 giorni. La produzione quindi è on demand. Non si produce prima, ma solo dopo che il capo è stato venduto». Questo sistema permette di evitare sprechi e costi esagerati. Dà agli utenti la possibilità non solo di decidere cosa comprare, ma di lanciare il designer di domani. Una nuova idea di moda esclusiva ed elegante e tuttavia prodotta con un principio vicino al “crowdfunding».

Sara è nata a Roma, ma ha il suo atelier a New York, a Chelsea, dove disegna e cuce, con alcuni giovani. Ha solo 31 anni ma spera di creare un piccolo impero di moda e di portarlo in Italia.

ETICA
Ma quel che vuole creare non è un business tradizionale. Sara si ispira ai principi di umanità e rifiuta di sfruttare il lavoro degli altri in modo “ingiusto”: «Voglio informare la gente sulle condizioni disumane in cui lavorano le persone negli sweatshop di cui le grandi marche si servono» ci confida. NineteenthAmendement le ha infatti permesso di sperimentare «un'idea di moda finalmente più democratica, non più decisa da massicce campagne pubblicitarie». Ma anche il sito è felice di averla scoperta, tant'è che le ha già assicurato le vetrine di Macy's: «Il nostro processo di selezione è molto rigoroso – spiegano le fondatrici del sito – ma l'equilibrio con cui Sara riesce a bilanciare lusso, modernità e arte ha reso la nostra scelta uno sviluppo naturale».
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