Laura Biagiotti, la stilista del bianco che vestiva attrici e mogli di presidenti

Laura Biagiotti con alcune modelle_ credits Laura Biagiotti official website
di Gustavo Marco Cipolla
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Venerdì 26 Maggio 2017, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 08:23

È stata la prima stilista italiana a sfilare in Cina nel 1988, dove quel made in Italy firmato Laura Biagiotti viene apprezzato dalla stampa internazionale e dai buyer, oltrepassando confini geografici e politici. Per approdare poi, come Ambasciatrice del fashion system italiano, in Russia al Cremlino. Se le si dovesse attribuire un colore, sarebbe il bianco. Etereo, puro, a tratti siderale. Il candore che le creazioni del brand omonimo hanno portato in passerella nelle collezioni ready to wear presentate a Milano, la cui filosofia estetica è stata raccolta con spirito imprenditoriale e verve dalla figlia Lavinia Biagiotti Cigna. Per Laura Biagiotti le donne meritano di sognare in abiti che sono nuvole impalpabili e avvolgono il corpo in abbracci intensi. Sottolineando la femminilità e l'eleganza attraverso linee e forme morbide che con delicatezza sembrano danzare attorno alla silhouette. Bambole che amano giocare con la bellezza.

 

Poi il colore. Tocchi variopinti e futuristi sul tessuto che dipingono la figura femminile, come nelle recenti sfilate nella capitale meneghina del fashion, fino alla linea “Dolls” per piccole principesse che si divertono con la moda italiana durante le grandi occasioni e non solo. Tra stampe flower power e motivi fantasia all-over printed. Indimenticabile, uno dei suoi più grandi successi, il profumo “Roma”, inconfondibile e iconica fragranza per lui e per lei, che è un omaggio,fatto di emozioni olfattive,alla Città Eterna, sebbene l'headquarter del marchio si trovi a Guidonia. La stilista è stata, inoltre, pioniera del “green-design” con capi, accessori e una collezione eyewear di occhiali che rispettano la salute e l'ambiente. Il caftano, sdoganato nel suo utilizzo come mise da giorno e da sera, il fascino dell'oriente e quegli accostamenti etnici hanno regalato alla moda una nuova era del bon ton, di cui Romina Power, da sempre amica della stilista romana, è diventata portavoce in tutte le sue apparizioni televisive e durante i suoi concerti. Dall'esperienza stilistica con il maestro Roberto Capucci ed Emilio Schuberth, con cui ha collaborato, Laura Biagiotti porta nella sua moda architetture e geometrie che vengono destrutturate e rese soffici creazioni di tendenza che sfidano con determinazione le passerelle. Disegnando una donna determinata, che non rinuncia alle passioni oniriche. Di Laura Biagiotti ci parla Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni Couture e della Sezione tessile, abbigliamento e moda di Unindustria Lazio.

«Laura era famosa per essere una grande appassionata di Opera e di Futurismo. Possedeva quadri di Giacomo Balla e Fortunato Depero, che poi ispiravano le sue collezioni, in particolare nelle stampe. Il bianco che era solita indossare con i suoi caftani, era un voto al marito Gianni Cigna, scomparso tempo fa -spiega Dominella - ricordo che ha sempre supportato Altaroma durante la mia presidenza e ha partecipato a tutte le edizioni della manifestazione “Donna sotto le stelle” sulla scalinata di Trinità dei Monti.
Attrici e conduttrici come Nancy Brilli, Mara Venier, ma anche la signora Scalfaro, adoravano le sue creazioni. Fu la prima ad occuparsi di un'attività di restauro per la città di Roma con la Scala Cordonata del Campidoglio, dove resta viva nella memoria della moda la sua sfilata”. Addio alla stilista del bianco che il New York Times definì “The Queen of Cashmere” per la sua passione e l'approccio colto e sofisticato verso un filato così pregiato.

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