Shopping-mania, per guarire
ora "basta" una pillola

Shopping-mania, per guarire ora "basta" una pillola
di Maria Lombardi
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Mercoledì 30 Maggio 2012, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 13:51
ROMA - Volete risparmiare? Prendete una pillola. Dopo quella del desiderio e della felicit adesso c’ anche la compressa della parsimonia. Non bastassero già spread e crisi a far passare la voglia di spendere, dalla medicina ecco un aiuto per gli ostinati consumatori, insensibili ai prezzi come al saldo del conto in banca. Arriva in un momento di fuga dai negozi, con gli economisti e i commercianti che pregano venga scoperta la cura opposta, quella che possa riaccendere il sopito (e frustrato) bisogno di comprare: l’antidepressivo dello shopping.



Ma per adesso c’è solo la terapia per i compulsivi dell’acquisto, i tanti che costi quel che costi devono assecondare l’ultimo irrinunciabile capriccio, sapendo bene che presto ce ne sarà uno nuovo altrettanto prepotente. Si chiama «memantina» questo farmaco che promette di guarire o quasi gli schiavi di carte di credito e vetrine, quelli che nell’atto di comprare hanno trovato un modo per contenere l’ansia. Giusto il tempo che dura l’effetto sedativo delle scontrino, sempre più breve come in tutte le dipendenze.



Dopo otto settimane di cura, ha osservato il team di psichiatri della University of Minnesota, gli uomini e le donne ossessionati dagli acquisti hanno «visto diminuire il tempo da loro dedicato allo shopping e la quantità del denaro speso». Questo farmaco, usato per i malati di Alzheimer, si è rivelato efficace per i malati delle compere, tanto da dimezzare i sintomi. Il disturbo riguarda l’8,5 per cento degli adulti, spiegano gli specialisti statunitensi, quasi tutte (80 per cento) donne. La maggior parte dei loro guadagni finisce in vestiti.



Ne sa qualcosa Becky, protagonista del libro di Sophie Kinsella «I love shopping», giornalista della rivista economica Far fortuna Risparmiando che per comprare una sciarpa verde arriva a chiedere soldi per strada. Tempi duri per Rebecca Bloomwood - questo il suo nome - e per tutte le ossessionate dagli acquisti come lei. Le banche sono meno tolleranti con i conti in rosso, guarire è forse più facile che ottenere un prestito. Gli spendaccioni non patologici, per colpa della crisi, si sono da tempo convertiti alimentando la sempre più numerosa schiera dei neo-parsimoniosi.



Basta fare un giro in centro a Roma per rendersi conto di quanto sia diffuso lo stile sobrio in fatto di compere. Nei negozi d’alta moda solo stranieri, i clienti italiani sono quasi una rarità anche ai saldi. Folla alle casse delle catene low-cost, dove la qualità è così cosi ma il prezzo è ok. Al supermercato niente più carrelli stracolmi, adesso basta un cestino per comprare il necessario: si dimezzano le quantità e si cercano le marche ignorate dalla pubblicità, sovvertendo ogni regola del marketing. E anche gli allergici ai bollini adesso collezionano punti.



Nei primi quattro mesi del 2012, spiega la Confcommercio di Roma, i consumi delle famiglie sono stati quanto mai oculati. «A risentirne soprattutto il settore dell’abbigliamento che rispetto all’ultimo trimestre del 2011 ha segnato un calo del dieci per cento», dice il presidente Giuseppe Roscioli. Ci si è messa di mezzo anche la pioggia a scoraggiare l’acquisto di vestiti e scarpe: ormai per recuperare bisognerà aspettare i saldi che a Roma cominciano il 7 luglio. Nessun ulteriore risparmio invece sulle tavole dei romani. «Il settore alimentare, nei primi tre mesi dell’anno, è rimasto sostanzialmente stabile». In attesa di una cura per rivitalizzare i consumi, più facile rinunciare alla maglietta che al prosciutto. Sperando che la pillola del risparmio - ulteriore - non diventi per tutti una necessità.
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