Ad accentuare la sensazione di trovarsi ben oltre il XXI secolo anche la sibilante colonna sonora, ma nel futuro che Simons disegna per Dior gli abiti per tutti i giorni sono tessuti con una nuova poesia che viene da un lontano passato.
I camici bianchi di cotone sfiorati dal pizzo di sangallo sono una combinazione seducente tra il verginale e il lascivo, il modo con cui il futurismo bianco da clinica dei primi sguardi è stato infettato con il jacquard floreale era di una sottile precisione.
Il coraggio dello stilista ha toccato l'apice con il coinvolgimento del colore, dall'arancione del gilet che ha chiuso lo show al rosa pallido di un cappotto di lino tondeggiante. I corti cappotti presentati, con riferimento al 18° secolo ma anche alla storica sagoma della giacca Bar Christian Dior, sono una delle sorprese più deliziose della collezione.
Simons punta la macchina del tempo indietro ma accoppia anche il gilet con bermuda, in una miscela sapiente di fantasia e realtà hi-tech.
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