Chanel, matrimonio glamour con Cinecittà

Chanel, matrimonio glamour con Cinecittà
di Paola Pisa
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Mercoledì 2 Dicembre 2015, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 11:02

Parigi è a Roma. Il legame tra le due è forte da sempre. In questo momento quasi magico. E se a creare la liaison è Chanel, la grandeur francese è d'obbligo. È con grande emozione che si entra a Cinecittà nello Studio 5, quello che ha lo stesso numero di uno dei profumi più noti nel globo, perché ad accogliere è una piazza che fa sentire tutta la magia della Ville Lumière di un tempo. Così hanno voluto la griffe e il suo stilista, il mitico Karl Lagerfeld.

Ci sono i commercianti che animano la vita di quartiere, ci sono le bancarelle, il fioraio, le brasserie, il pescivendolo, il bar tabacchi, il carretto del gelataio e la metropolitana con fermata “Roma” e tanto altro ancora in questa scenografia che fa da sfondo alla sfilata "Métiers d'art" che questa volta ha scelto la Capitale come sua meta. Ma lo scenario è duplice: gli ospiti all'ingresso, al momento dell'aperitivo, si trovano catapultati nell'antica Roma, uno spettacolo incredibile, dove si cammina sul basolato, circondati da colonne, archi di trionfo, decine di statue classiche, e si brinda alla luce di mille fiaccole.

PIZZI E COLLANT
In questo magico mondo che fluttua tra Roma e Parigi camminano le cinquantadue modelle e i nove modelli. È qui che appaiono abiti destinati a una giovane ricca e trasgressiva. Capelli lunghi e un po' spettinati, cerchi giganti alle orecchie, mini e maxi gonne, tantissimi ricami sugli abiti pregiati portati con trench in pvc. La scena è grigia, i vestiti prevalentemente in bianco e nero, tanta la pelle. Stravaganti i gambaletti di pizzo che diventano collant, le pantofoline con il tacco trasparente. La collezione è tra le più pregiate e le più esclusive, è realizzata con la collaborazione di quei laboratori che via via la maison ha acquisito e che sono le eccellenze globali.

Tra loro il ricamatore Lesage, e ancora il mago della plumeterie Lemariè, e poi il genio delle calzature Massaro, e molti altri tutti facenti parte della scuderia Chanel, ma liberi di lavorare per chi chiede l'eccellenza.

"Métiers d'art" ha sfilato già a Salisburgo, New York, Shangai, Dallas, Mumbai, e altrove e, visto che Roma «è uno dei luoghi che conosco meglio al mondo, eccoci qui», dice Karl. Eccoci in questa serata che prevede anche un film. Eccoci in questo Teatro 5, che è stato trasformato e reso parigino con un mese e mezzo di lavori di allestimento, ci vorranno nove giorni solo per smontare tutto.

Siamo in quello studio di posa che è detto anche "Roma antica" perché nei suoi immensi spazi sono stati girati Ben Hur ma anche Gangs of New York e Everest. La location risale al 1937, è stata utilizzata da Fellini per molti suoi film. Ha visto qui la luce la serie televisiva che porta il nome "Roma". La maison francese sfila nella mitica sede cinematografica e la serata ha un surplus di internazionalità e glamour. In più c'è la grandiosità di Lagerfeld abituato a scenari fantasmagorici.

CAPPOTTI GIOIELLO
I vestiti sono per l'inverno in corso. La loro eleganza è strepitosa, la magia delle mani degli atelier insuperabile. Insolite le mantelline di tweed e i completi per gli uomini nello stesso tessuto, quasi dei tailleur. Per lei cappotti gioiello coperti di fiori e cascate di perle. Giochi geometrici di scacchi e righe giganti su piccoli paletot e gonne. Il merletto decora guanti e dettagli.

L'evento parte a metà pomeriggio per arrivare fino a sera tarda. Prima un cocktail, poi il film di Lagerfeld accolto dagli applausi e ancora la cena a cui partecipa moltissimo cinema italiano e la society che conta. Il bello è che Coco Chanel è più viva che mai. «Cosa faccio? La rendo eterna», dice della straordinaria sarta colui che interpreta in maniera così magistrale il suo stile, il suo chic, la sua esclusività pratica e inconfondibile.

LA STORIA
Perché Coco è stata così geniale da aver capito con tanto anticipo cosa era destinata a indossare la donna moderna. È stata lei, nata nel 1883 e morta nel 1971, a smontare i vestiti costruiti che costringevano il corpo, lei a dare al vestito da giorno un'aria funzionale e sportiva. Lei comunque a non rinunciare alla femminilità di quelle perle che pendevano a chili dal collo o guarnivano i lobi e magari erano false ma si portavano con diamanti splendenti e veri. Lei, a inventare il tailleur di tweed che le è stato ispirato da uno dei suoi amori inglesi. Lei a portare per prima, a Deauville dove era la sua boutique d'esordio, i larghi pantaloni. Lei a inventare cappelli piccoli e buffi al posto di quelli mega e piumati subito diventati demodé.

Il sublime è quello che Mademoiselle ha inventato è ancora vivo e vegeto, Le due "C" del suo marchio sono quanto di più ambito in tutti i continenti.

E niente di più francese, ha reso omaggio ieri alla Città Eterna. La sfilata "Paris-Rome Cinecittà", non poteva creare una vicinanza maggiore, la moda essere così portatrice di amicizia. Con tutto il glamour dell'occasione. E tutto il sogno di un personaggio storico e vivissimo. Una donna modernissima, antesignana dell'indipendenza e dell'innamoramento per il lavoro.