Zaghrouta, la canzone intonata dalle donne arabe nelle cerimonie nuziali apre la sfilata di Giada Curti che presenta la sua nuova collezione in un grande albergo romano.
La stilista è affascinata da Dubai e dalle donne arabe, al punto che l'atmosfera ricreata per la sfilata si serve di profumi, colori e scorci di una dimora araba, per trascinare gli ospiti nelle Mille e una notte.
Apre la capsule intitolata Shukran, grazie in lingua araba, una tunica da sposa ricoperta di cristalli. Seguono abiti lunghi e ricamati, in satin, mussole di seta, mikado, pizzo chantilly, macramè. I colori ricordano i paesaggi di Dubai, le rose del deserto, il bianco candido del Kandura, l'acciaio dei grattaceli avveniristici come il Burj Khalifa, Burj al-Arab o l'Emirates Tower.
Il turbante è l'accessorio principe in questo racconto, con i suoi colori avvolgenti, morbido, ricamato per farsi notare, un must-have dell'inverno per la stilista. Poi la GBag, realizzata in fettuccia di lana e incrostazioni di pietre, nastri di velluto e raso, perle.