Emerge, inoltre, quanto la loro creatività sia legata a doppio filo con l’arte, rappresentando un caso pressoché unico nel panorama della moda internazionale. Ad aprire il percorso è una video-installazione di Ali Kazma, che rilegge il lavoro di “casa Missoni” proprio a partire dal connubio tra artigianato e scelte stilistiche legate a forme di design estremamente tecnico e di respiro internazionale.
Segue un’analisi delle radici culturali che hanno influenzato le scelte di disegno, colore, segno e forma dei Missoni, in cui l’attenzione si rivolge alle ricerche astratte e aniconiche europee degli artisti attivi nella prima metà del Novecento.
Contro-altare delle opere di Balla, Depero, Sonia e Robert Delaunay, Lucio Fontana, Paul Klee, Kandinsky, Bruno Munari, Mondrian ed altri è un’instalazione di abiti, progettata e allestita appositamente per la mostra e per il MAGA dagli stessi Missoni, dedicata al fascino e al glamour dei capi che hanno fatto la storia della Maison.
La sezione conclusiva esplora invece le relazioni tra il pensiero creativo di Ottavio Missoni e l’arte contemporanea italiana. La moda al museo, tendenza che sta prendendo piede negli ultimi anni, supera se stessa per mostrarsi nel suo carattere culturale.
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