L'esposizione ripercorre il destino unico di questo fotografo il cui talento - ora indiscusso - venne riconosciuto tardivamente, all’età di 69 anni. Le 136 fotografie in grande formato e le 50 pagine d’album dell’epoca (1912 - 1922) permettono di vedere le immagini nel contesto originale, ripercorrendo tutta la storia del secolo scorso e le origini della fotografia contemporanea.
Jacques Henri Lartigue (ormai noto come JHL) ha un dono eccezionale: è elegante (non necessariamente lo stile dei soggetti ritratti, anche se il “bel mondo” lo era per censo e innata propensione), ma il vivere in modo elegante fatto di dettagli e di particolari che si evincono dalle foto perché non comuni e non banali, scelti in modo blasé e non parvenu.
La sua opera è serena, spensierata, felice di esistere in un tempo che non è solo la Belle Époque, ma che si spinge oltre, anche attraverso la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, fino ai ritratti di Picasso (1955) o a quello di Valery Giscard d’Estaing (1974).
La sua opera è paragonabile solo a quella di Proust, in cui la registrazione del presente è già testimonianza della Storia. Scatti, annotazioni, diari, disegni, quadri tutto viene meticolosamente annotato, registrato, incasellato come in una biblioteca della memoria dove non si fa uso del ricordo, ma della testimonianza tangibile delle fotografie.
La necessità di ordinare per non perdere, per non dimenticare, ha permesso a questo immenso artista di restituirci un pensiero estetico estremamente sviluppato fin dall’inizio del suo percorso poetico.
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