Burning Man: moda, stravaganza
e libertà del festival nel deserto

Burning Man: moda, stravaganza e libertà del festival nel deserto
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Venerdì 20 Giugno 2014, 12:54 - Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 08:06

ROMA - C’ un luogo lontano, sperduto nel deserto del Nevada, per la precisione la distesa salata di Black Rock, che ogni anno prende vita e si popola lentamente di bizzarre carovane che si danno appuntamento per bruciare un gigantesco fantoccio di legno e festeggiare la fine del Labor Day a settembre.


Una settimana di vita comunitaria, una sorta di Woodstock dei tempi moderni con un look postatomico che dal 1986 raccoglie oltre migliaia di persone (nel 2013 ne sono state contate oltre 68mila), all’insegna della libertà di espressione sotto ogni forma, dalla stravaganza dell’abbigliamento all’assurdità dei mezzi di trasporto con cui i partecipanti arrivano sul luogo, fino all’estrosità delle creazioni, addirittura un tempio, che vengono date alle fiamme nel giorno finale.

Se l’evento parte nell’ultima settimana di agosto, i preparativi già fervono perché l’importante è stupire i benpensanti e i moralisti di tutta l'America che assistono da lontano a questo festival di tendenza.

I punk del nuovo millennio che si danno convegno a Black Rock improvvisano abiti degni di un film di fantascienza alla "Mad Max", tra nudi integrali e un carnevale futurista. Qui nascono tendenze e moda, l’improvvisazione e la stratificazione di culture diverse dà vita a nuove forme di comunicazione estetica.

Il nuovo puritano Continente vede affollarsi una città fantasma che torna inabitata dopo il passaggio della carovana che smonta campi e villaggi approntati in occasione dell’evento per riconsegnare il deserto alla sua polvere.

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