dalle squadre di soccorso nell'altra canna del tunnel.
«Correvamo forte in mezzo al caos vedendo macchine anche che giravano in direzione opposta per uscire dalla galleria, c'era tanto fumo e abbiamo avuto tanta paura anche di morire». A riferirlo è una delle ragazze, tutte minorenni e provenienti dai centri delle basse Marche (Ascoli Piceno, Fermo, e Porto d'Ascoli), che racconta la disavventura sotto il traforo del Gran Sasso, parlando di «panico e paura passata solo quando siamo uscite dal traforo del Gran Sasso», dopo la fuga dal bus in fiamme.
Shoccato l'autista del pullman, Roberto Paternesi, marchigiano, il quale racconta che «a metà galleria ho notato che dal motore fuoriusciva un leggero fumo, pensando al peggio ho azionato le quattro frecce e poi ho aperto le porte dicendo alle ragazze di uscire fuori, cercando di spegnere l'incendio che si stava propagando. Quando ho capito che non potevo spegnere le fiamme, sono andato via anche io in direzione della galleria opposta contattando il 112 e la
sicurezza dell'autostrada».
I 47 passeggeri del pullman andato a fuoco lungo l'A24, dentro il traforo del Gran Sasso, «sono tutti salvi grazie all'autista». Lo dice Adolfo Virgili, titolare della Sam di Montegranaro, azienda di autotrasporto che ha noleggiato l'automezzo a «un gruppo di famiglie» di varie località del Fermano, clienti abituali «che prendono in affitto un pullman un paio di volte l'anno per fare delle gite». Virgili ipotizza che le fiamme siano partite «dalla centralina elettrica, propagandosi a materiale infiammabile. L'autista è intervenuto subito con l'estintore», ma invano: ad alimentare le fiamme «potrebbero essere stati gli aspiratori sotto il tunnel, entrati in funzione quando i sentori hanno segnalato la presenza di fumo». L'autista ha però avuto la prontezza di spirito «di fare uscire tutti immediatamente».
Il proprietario aggiunge che il pullman era «in ottime condizioni, tenuto come un figlio». Si tratta di un Setra 315 HD, che lo stesso Virgili ha guidato più volte, il suo preferito. «Un paio d'ore prima dell'incidente - racconta - era stato fermato dalla polizia stradale per un controllo e tutto era in regola, hanno voluto vedere perfino la cassetta dei medicinal». L'automezzo, recentemente utilizzato per un viaggio a Budapest e un altro nel sud Italia, era partito intorno alle
9:40 e il rientro da Roma era previsto intorno alle 22,30-23. Ora è completamente distrutto, «Ma io ringrazio dio che nessuno
si sia fatto male - dice Virgili -, ai danni materiali penseremo
dopo».
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