Macerata, sarta e stilista, Federica
cuce abiti da sogno nel suo atelier

Federica Fermanelli
di Alessandra Bruno
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Mercoledì 13 Agosto 2014, 09:21 - Ultimo aggiornamento: 19:48
MACERATA - Dal garage di casa all’atelier, Federica cuce sogni. Entusiasta racconta: Nessuna pubblicit, il mio investimento il passaparola. La mia più grande soddisfazione? Quando le persone ritornano e vogliono un’altra creazione».



Tra chiffon, seta, lino e pizzi francesi la maceratese Federica Fermanelli, classe ’89, lascia che l’eleganza prenda forma, trasformando i bozzetti in abiti fashion e preziosi. Una graziosa boutique a Morrovalle, in via Toscana 49, è il piccolo tempio in cui la giovane stilista coltiva la sua più grande passione: «Ho seguito lezioni di moda fin dalle superiori all’istituto professionale di Tolentino - racconta Federica - poi ho frequentato il Poliarte di Ancona, dove ci allenavamo all’osservazione, trasferendo l’ispirazione nei modelli su carta. Una disciplina in particolare, progettazione, ha permesso di allenare la vista e la creatività. Una volta durante un viaggio in Kenya, dopo una visita in una fabbrica di legno, ho creato un abito da sposa esotico, ispirato ai colori, alla leggerezza e ai profumi di quei posti». E aggiunge: «Da sempre amo la moda a 360 gradi. Mi occupo di tutto dal disegno alla modellistica, fino al confezionamento del capo. La mia idea di stile segue quella di Giorgio Armani».



«Dalla mia sartoria - prosegue l’artista - non usciranno mai due abiti con la stessa fantasia, è il mio motto. Il cliente arriva già con un’idea in mente, io realizzo una decina di bozzetti di vario tipo, propongo qualcosa di mio, poi scegliamo insieme tessuti e colori, tutti di qualità. La cosa che mi dicono più spesso è: “Sei tu la sarta? Pensavo di trovare un’anziana”».



In effetti Federica ha l’aspetto di un’incantevole modella: bionda, snella e con grandi occhi azzurri. Ma c’è di più. Nelle sue dita affusolate scorre un talento che si è già fatto notare: «Ho partecipato alla collezione di un marchio young, Ipazia, che ha sfilato alla fiera Who’s next di Parigi, per me è stata una grande vittoria personale». Poi i social network e il word of mouth hanno fatto il resto: «Postare le foto delle mie creazioni sul web mi ha aiutato, farmi conoscere attraverso manifesti e volantini non era nelle mie possibilità. Ho l’atelier da due anni e le cose vanno molto bene. Lavoro tantissimo da marzo a settembre. Se i tempi di consegna stringono, riesco a portare a termine un’opera anche nel giro di una settimana». Poi conclude: «La fatica viene ripagata quando le persone vedono il prodotto finito e mi dicono che è meglio di come lo avevano immaginato»