Tagliate altre 16 filiali: Intesa scommette sulla banca digitale

Il piano territoriale del 2024 prevede nelle Marche 5 chiusure e 11 accorpamenti Alcuni comuni (come Agugliano) resteranno senza uno sportello bancario aperto

Tagliate altre 16 filiali: Intesa scommette sulla banca digitale
di Maria Cristina Benedetti
3 Minuti di Lettura
Sabato 23 Marzo 2024, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 16:32

ANCONA Non sarà il deserto, come avviene nella vicina Umbria, ma il filtro gentile della razionalizzazione non evita il caso-Agugliano. In quello che in età medievale era uno dei venti castelli storici del capoluogo dorico, ora popolato da poco più di 4.700 anime, dal prossimo ottobre, con la chiusura dello sportello di Intesa Sanpaolo di via Nazario Sauro, sparirà l’ultima banca. Morale: gli aguglianesi dovranno arrivare fino a Santa Maria Nuova, percorrere una dozzina di chilometri, per assicurarsi depositi e conti, domiciliazioni di bollette e accredito di stipendi e pensioni. Potranno usare il medesimo carnet di assegni, le stesse carte bancarie.

Sotto l’ombrello del primo gruppo d’Italia la stessa sorte, che è corollario d’un piano nazionale, nelle Marche toccherà ad altre quattro filiali: due distaccamenti Exclusive di Jesi, una a Trecastelli e l’altra a Serravalle di Chienti.

Per undici la soluzione sarà l’accorpamento.

A seguire i tecnicismi del caso, lo stop riguarda succursali che erano state in precedenza remotizzate: ovvero la sede fisica resta, alla quale i clienti continueranno a far riferimento, ma dipenderà da un’altra. Di fatto ci sarà un solo titolare per due punti operativi. Nella seconda ipotesi, l’accorpamento, gli affezionati verranno migrati sul soggetto accorpante, che assorbirà anche i dipendenti non destinati al digitale. È il momento storico a imporre la rotta: i grandi numeri del ricollocamento si dovrebbero declinare su Isybank, la versione informatica del gruppo. Un fronte che tuttavia genera resistenze sindacali, soprattutto per la rigidità al capitolo ferie&permessi.

L’elenco

Tornando al progetto di riordino, sotto il giogo dell’accorpamento finiranno, entro ottobre, le agenzie di Jesi, quelle di via San Francesco e via Tornabacco, di Ostra, in via Montalboddo, Senigallia, in via Tiziano, Cupra Marittima, sulla statale Adriatica Nord, Folignano, sulla Piceno Aprutina, Monteprandone, di viale de Gasperi, Corridonia, in via Pausula, Pollenza, in via Nazionale, Pergola, in corso Matteotti, Tavoleto, in piazza Vittorio Emanuele. Il denominatore è comune, per tutte, qualunque sia il loro destino: si tratta di filiali storiche del territorio considerato che, a seguito di una sequenza di fusioni, sono rientrate nel perimetro di Intesa Sanpaolo le local Carifac, Banca Popolare dell’Adriatico, Banca Popolare di Ancona, Banca Marche, Carilo.

Il percorso è segnato, ma non mette al riparo dall’amarezza. Danilo Donzelli, della Fabi, il sindacato dei bancari, la manifesta: «La chiusura degli sportelli non è mai una notizia positiva. La tendenza è questa, ci dobbiamo confrontare con la realtà». Affida la narrazione alla logica dei numeri: «Nel periodo 2016-2021 - rammenta - la nostra regione ha visto la riduzione degli istituti di credito da 24 a 15, e gli sportelli sono scesi da 1.012 a 715: -297 il -29,3%».

I dati

È impossibile da contrastare la trasformazione digitale dei servizi finanziari. Sono sempre le cifre a confermare il teorema dei tempi: più della metà dei marchigiani, il 51%, usa i canali online, quindi chiusure e accorpamenti sono inevitabili. Alla fine del piano industriale, nel 2025, Intesa Sanpaolo conterà, nell’Italia tutta, circa 1.800 sportelli: si partiva da 3.300 punti operativi e 450 erano stati già chiusi. È il filtro gentile della razionalizzazione, che non evita i tagli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA