Lorenzo Ricci (Laser Idea): «Cerco un grafico web ma serve più umiltà. Molti giovani non si sporcano le mani»

Lorenzo Ricci (Laser Idea): «Cerco un grafico web ma serve più umiltà. Molti giovani non si sporcano le mani»
di Véronique Angeletti
3 Minuti di Lettura
Sabato 23 Marzo 2024, 05:10 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 16:32

Laser Idea - a Canavaccio di Urbino - è una realtà di 11 persone che da 37 anni ha una propria produzione, ma fa anche supporto ad altre aziende tagliando, incidendo, piegando, curvando e incollando diversi tipi di materiali. Dal Plexiglass al forex, dall’acciaio al ferro, dal Mdf al legno, dal cuoio al jeans e realizza su misura pareti divisorie, vetrine, pezzi di design singoli o multipli e altro. Tuttavia, per i titolari, Lorenzo Ricci e la sorella Barbara, è molto complicato programmare il futuro. 

 
Lorenzo Ricci, amministratore della società: perché tutto questo pessimismo? 
«Perché, se è vero che non siamo mai a corto d’idee e non ci mancano ordini, in prospettiva abbiamo sempre l’incognita di una buona risorsa umana su cui fare affidamento».
Mancate di personale?
«Uno in più non farebbe male. Ma non lo troviamo».
Richiede personale altamente specializzato?
«Cerchiamo una persona che sappia operare tramite computer e quindi gestire programmi di progettazione grafica professionale come Adobe illustrator, Coreldraw. Meglio ancora il Cad per impostare le macchine da taglio ed effettuare le regolazioni necessarie e che sia in grado di suggerire e di fare le modifiche necessarie per una corretta produzione».
Un lavoro grafico e di programmazione, quindi.
«Ma che si completa con la conoscenza delle tecniche di piegatura, incollaggio modalità Uv, e con bicomponente, saldatura, termoformatura e incisione».
Conoscenze che non credo si insegnino a scuola.
«Di fatto, siamo noi a formare il personale. E questo tipo di formazione richiede oltre che tanto tempo, tanta dedizione e passione da parte del lavoratore. Non si impara in un semestre. Il Metacrilato, nome tecnico del Plexiglass che non è altro che un marchio, è duttile e versatile ma richiede alta professionalità. Il lavoratore che lo gestisce non può essere un semplice operaio, ma un tecnico-operaio, un nuovo artigiano che ogni volta interpreta il prodotto e lo segue fino alla manifattura finale dalle prime fasi produttive, quindi dal disegno tecnico». 
E non trovate quello che cercate.
«C’è chi viene pieno di buona volontà ma manca totalmente di basi informatiche e per questo tipo di lavoro c’è bisogno di tanto tempo e molto impegno. Chi invece ha le competenze grafiche, non vuole fare l’umile operaio. Non gradisce, cioè, di lavorare in produzione ritenendolo un lavoro di serie B e vuole stare solo in ufficio senza sporcarsi le mani. Invece sono proprio queste le nuove figure che il mercato del lavoro richiede».
Quindi, il problema di fondo, qual è? 
«Non è la scuola. Purtroppo, almeno nel mio settore, è un problema di mentalità o di attitudine nei confronti del lavoro. Ho parlato del metacrilato ma vale per qualsiasi tipo di materiale. Sembra che le generazioni che si affacciano al mondo del lavoro non abbiamo quello spirito nell’affrontare le sfide salvo quelle facili che lasciano tanto tempo libero e non impegnano la mente. Non vogliono responsabilità e, dai tanti colloqui sostenuti, mi sembrano tutti molto svogliati. Insomma: manca la curiosità e la voglia di approcciarsi a nuove sfide». 
Lavorare con l’alternanza scuola-lavoro, con gli istituti? 
«Ci abbiamo provato.

Ma non ci ha dato i risultati sperati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA