Il senigalliese è stato arrestato nel 2012 a Pesaro. Il giovane, difeso dall'avvocato Roberto Delogu, era finito nell'inchiesta «Niriya» dopo essersi convertito all'islam con il nome di Abdul Wahid As Siquili. Nel processo con rito abbreviato il pm Tronci ha mostrato anche alcune conversazioni, trovate nel computer della sorella
dell'imputato, nelle quali l'operaio marchigiano sembrerebbe consapevole dei rischi legati alla diffusione su internet dei manuali di costruzione degli ordigni. All'ipotesi che qualche fanatico in Palestina o Medio Oriente potesse farne un uso cattivo avrebbe risposto: «Tanto meglio se qualcuno si fa saltare in aria, così infligge una bella punizione». Il 21 giugno potrebbe essere pronunciata la sentenza.
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