Ancona, morto a 15 anni per leucemia: la famiglia chiede 1,2 milioni all'ospedale

Ancona, morto a 15 anni per leucemia: la famiglia chiede 1,2 milioni all'ospedale
di Letizia Larici
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Martedì 7 Ottobre 2014, 09:58 - Ultimo aggiornamento: 21:38
ANCONA Morì a 15 anni per leucemia, la famiglia cita l’ospedale di Torrette per 1,2 milioni di euro. Non s’arrendono i genitori di Daniele Fusari, il 15 enne di Corridonia (Macerata) morto il 21 settembre 2010 a causa di una leucemia blastica acuta di tipo B. Dopo il provvedimento di archiviazione dell’inchiesta per omicidio colposo a carico di sette medici e un infermiere del reparto di ematologia della cittadella sanitaria regionale, dove il cuore di Daniele aveva cessato di battere, la famiglia Fusari assistita dall’avvocato Luca Sartini trascina l’azienda Ospedali Riuniti davanti al Tribunale civile, chiedendo 1,2 milioni di danni.



A spingere l’avvocato Sartini ad andare avanti, nonostante non siano state riscontrate responsabilità penali dei medici che avevano avuto in cura Daniele, l’esito della perizia, secondo il legale contraddittorio, effettuata da Matteo Tudini, il Ctu nominato nel 2011 dalla Procura di Ancona. «Tudini – spiega l’avvocato Sartini – ha sollevato dubbi sulla tempestività delle cure. L’esperto afferma come in particolare la vittima sia stata sottoposta in ritardo all’esame della coagulazione intravascolare disseminata. I medici avrebbero dovuto effettuare il prelievo cinque giorni prima della sua morte, quando le condizioni si erano aggravate, mentre sono intervenuti solo il giorno prima permettendo il diffondersi di una serie di emorragie che non hanno lasciato scampo a Daniele».



Il perito, nominato dal pm dorico Rosario Lioniello, che si era occupato del caso, aveva riconosciuto da un lato la validità dell’operato dei medici, rilevando dall’altro il ritardo nelle cure e quindi nella somministrazione della terapia. Tudini, anche a detta dello stesso magistrato, aveva creato un clima d’incertezza. Ma concludendo che Daniele sarebbe comunque morto aveva convinto il pm a chiedere e ottenere l’archiviazione.



«Riteniamo che questi ritardi – prosegue l’avvocato Sartini – abbiano ridotto per il ragazzo le chance di salvarsi. Il tipo di leucemia di cui è morto Daniele è in alcuni casi guaribile e può essere curata. Ma anche se non ci fosse stato nulla da fare si poteva ritardare l’effetto morte, magari di sei mesi, un anno». Di qui la decisione di avviare una causa civile per chiedere i danni provocati dalla sofferenza arrecata alla vittima e alla sua famiglia. Già fissata la prima udienza, che si terrà il 4 novembre ad Ancona, l’azienda Ospedali Riuniti ha dato mandato di resistere in giudizio all’avvocato Roberto Galvani. Daniele si era sentito male a fine agosto 2010.



Portato all’ospedale di Macerata, i medici gli avevano diagnosticato la leucemia. Così erano cominciati i viaggi a Torrette dove il 15 enne, tra il 2 e il 21 settembre, era stato ricoverato varie volte. Negli ultimi giorni di vita Daniele era peggiorato e assistito 24 ore su 24 dai familiari, che continuano a combattere.

Letizia Larici