Verde pubblico, inchiesta chiusa: a Latina quindici indagati

Verde pubblico, inchiesta chiusa: a Latina quindici indagati
di Elena Ganelli
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Giovedì 11 Febbraio 2016, 09:31
LATINA - La Procura della Repubblica ha chiuso l'inchiesta sull'affidamento alle cooperative sociali della manutenzione del verde pubblico sul territorio del Comune di Latina. Sono quindici in tutto le persone iscritte nel registro degli indagati e chiamate a rispondere, a vario titolo, di concorso in abuso d'ufficio e turbativa della libertà degli incanti, il tutto in maniera continuata per un periodo che va dal 2010 al 2014.

A finire nel registro degli indagati l'ex vicesindaco e assessore all'Ambiente Fabrizio Cirilli; i titolari delle cooperative sociali che nel corso degli anni hanno ricevuto l'affidamento diretto della gestione di alcune aree cittadine: Massimo Di Guglielmo (cooperativa Progetto 200), Angelo Nicotra (coop San Benedetto), Dario Campagna (coop il Gabbiano), Maria Edwige Angotta (coop Zefiro), Ezio Rizzi (coop Zefiro e Consorzio Delphinus), Giuseppe Bagnato e Annunziata Bruzzese (coop La Tartaruga); i funzionari e dirigenti comunali firmatari degli atti di affidamento, delle dichiarazioni delle condizioni di urgenza e delle attestazioni di regolarità contabile degli incarichi. Si tratta di Grazia De Simone (rimasta all'Ambiente fino al 31 dicembre scorso), Gianfranco Defend (in pensione da un anno), Alfio Gentili (in pensione da due anni), Quirino Volpe (che da due anni lavora al Comune di Cisterna), Giancarlo Paniccia (dal primo gennaio alla guida del servizio Tributi), Maura Nascimben e Raffaele Feliciello.

Secondo la ricostruzione dei sostituti procuratori Luigia Spinelli e Cristina Pigozzo, la cui inchiesta era partita nel settembre 2014 in seguito ad un esposto in Procura, la manutenzione delle aree verdi di competenza del Comune é stata gestita utilizzando il sistema dell'affidamento diretto alle cooperative sociali, violando la legge che vieta di frazionare un progetto d'opera: in definitiva per aggirare la norma sono state utilizzate le convenzioni dirette suddividendo gli incarichi e facendoli rimanere al di sotto dei 211mila euro, soglia di rilevanza comunitaria per l'affido diretto. Dirigenti comunali e titolari della cooperative secondo l'accusa avrebbero eluso tali norme individuando nelle coop soggetti privilegiati cui assegnare, con affido diretto e senza gara a evidenza pubblica, la gestione del verde pubblico comunale e scolastico suddividendo i lavori in lotti predefiniti e assegnandoli preventivamente.

La Procura ha riscontrato come gli stessi lotti venissero affidati sempre alle stesso cooperative, con importi al di sotto dei 211mila euro. Un sistema che avrebbe procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale ai soggetti affidatari dei lavori, vantaggio determinato dalla violazione delle regole della concorrenza. Sono decine e decine le determinazioni "incriminate" con tanto di attestazione di regolarità contabile con le quali sono stati affidati lavori per complessivi 328mila euro nel 2011; 510mila nel 2012; 609mila nel 2013 e oltre 400mila nel 2014 alle quali va aggiunta l'Iva. Per alcuni dirigenti e funzionari comunali - De Simone, Feliciello, Gentili e Nascimben - è ipotizzato anche il falso ideologico per avere attestato falsamente l'esistenza di situazioni di emergenza o della necessità di una bonifica straordinaria per affidare i lavori con la procedura della somma urgenza.
Ora i 15 indagati hanno venti giorni di tempo per presentare memorie o chiedere di essere ascoltati. Poi la decisione del pm.
 
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