​Uccise il giudice in una Rsa, assolto perché incapace di intendere e volere

Uccise il giudice in una Rsa, assolto perché incapace di intendere e volere
di Elena Ganelli
2 Minuti di Lettura
Venerdì 22 Dicembre 2023, 11:25

Franco Zampierollo è incapace di stare in un processo e parimenti di intendere e volere. Alla luce dell'esito della perizia psichiatrica ieri il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Latina Mario La Rosa ha dichiarato il non luogo a procedere nei confronti del 77enne accusato di omicidio preterintenzionale per avere ucciso Enrico Tamburrino all'interno della Rsa di Latina dove erano entrambi degenti.

I fatti oggetto del processo risalgono al 14 maggio 2021 quando l'imputato aveva aggredito senza alcun motivo apparente l'84enne ex giudice di pace in pensione all'interno della Residenza Pontina sita sulla Pontina: Tamburrino era stato colpito violentemente con calci e pugni al volto che avevano provocato una serie di fratture e ematomi gravissimi causando la morte della vittima alcuni giorni dopo il suo ricovero presso l'ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Secondo alcune testimonianze non era la prima volta che Zampierollo mostrava atteggiamenti aggressivi all'interno della struttura per anziani e già in una occasione aveva tentato di aggredire Tamburrino.

Nella scorsa udienza del processo, che su richiesta della difesa rappresentata dagli avvocati Gianni Lauretti e Pier Giorgio Marinelli si è svolto con rito abbreviato condizionato all'audizione della psicologa dell'imputato per dimostrare la sua incapacità di intendere e volere, il pubblico ministero ha chiesto che fossero ascoltati anche i suoi consulenti.

Il gup Molfese ha affidato allo psichiatra Lorenzo Contini l'incarico di effettuare una perizia ponendo una serie di quesiti finalizzati a verificare le condizioni mentali dell'imputato: e il risultato di tali esami è stato illustrato nell'udienza di ieri. Il consulente ha sottolineato che Zampierollo, attualmente ricoverato in un'altra struttura per anziani, è affetto da una demenza tale da determinare non soltanto l'incapacità di stare nel processo ma anche quella di intendere e voler: insomma non è né processabile né punibile per le condizioni fisiche e mentali.

Una valutazione decisamente in contraddizione con i giudizi dell'epoca: nell'ordinanza di custodia cautelare che aveva portato l'uomo ai domiciliari il giudice per le indagini preliminari aveva sottolineato che «al momento dell'efferato delitto, nonostante le sue problematiche di salute, l'uomo era capace di intendere e di volere».

La relazione dello psichiatra ha però indotto il pubblico ministero Marco Giancristofaro a chiedere al gup il non luogo a procedere, richiesta alla quale si è associata anche la difesa dell'anziano. A conclusione della camera di consiglio La Rosa ha emesso una sentenza in tal senso sottolineando l'incapacità irreversibile a partecipare al processo e di intendere e volere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA