Latina, uccide il padre e si toglie la vita, le indagini

Latina, uccide il padre e si toglie la vita, le indagini
di Vittorio Buongiorno
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Sabato 23 Aprile 2016, 11:16 - Ultimo aggiornamento: 17:33
LA TRAGEDIA
Nessuno ha visto niente e sentito niente nelle villette della lottizzazione Cucchiarelli. Poi, alle 18, la tragica scoperta. Nel tinello di un villino bifamiliare, al numero 56 di via Toscana, una traversa di via del Lido, c'erano due cadaveri. Padre e figlio. Uccisi a fucilate. E' stata la signora Piera a trovarli, la moglie di una delle vittime. Non riuscendo a mettersi in contatto con il marito ha preso la macchina ed è andata a casa del suocero. Nessuno le ha risposto. E' entrata e si è sentita mancare. Sul posto sono arrivati in pochi minuti gli agenti della Volante, poi i colleghi della Mobile guidati dal dirigente Antonio Galante. La signora Piera si è seduta e ha aspettato sconsolata i parenti.
Emanuele Romano aveva 98 anni, da alcuni anni aveva perso la moglie e viveva accudito dai parenti con l'ausilio di un badante che a quanto risulta aveva preso servizio da pochi giorni. Ieri avrebbe dovuto attaccare alle sette di sera ma al suo arrivo è stato prelevato dagli agenti e accompagnato in Questura per essere sentito. Il figlio di Emanuele, Piero Romano, aveva 70 anni. Era sposato con Piera e aveva due figli. Lui e il padre hanno lavorato una vita come commercianti ambulanti nel settore dell'abbigliamento maschile. Nulla, secondo i parenti, poteva far presagire la tragedia. «Tra pochi giorni - racconta la cognata - Piero e mia sorella avrebbero festeggiato l'anniversario di matrimonio, 42 anni».
Si è trattato di un omicidio suicidio. «Il quadro sembra abbastanza chiaro. Al 99% è un omicidio suicidio - spiegano gli inquirenti - ma bisogna provarlo». Il figlio ha sparato al padre, al petto, poi ha puntato l'arma contro di sé e ha fatto fuoco. Con ogni probabilità prima di crollare ha fato qualche passo. E' per questo che l'arma è stata trovata lontana da entrambi i cadaveri. Ma ora toccherà alla scientifica dimostrarlo. In via Toscana sono arrivati il pm di turno, la dottoressa Luigia Spinelli e il medico legale. Entrambe le vittime avevano delle armi regolarmente denunciate. Il fucile da cui sono partiti i colpi era del padre. Ma il motivo scatenante non è chiaro e forse sarà difficile capirlo. I Romano sono una famiglia come tante, di lavoratori, senza particolari problemi economici. Forse è stato solo un momento di sfinimento o di disperazione ad armare la mano di Piero. Gli investigatori tendono infatti ad escludere che possa essersi trattato di un gesto premeditato. L'arma era lì e non sono emersi né particolari rancori, né un possibile movente specifico. Oggi proseguiranno interrogatori e accertamenti, ma solo per escludere anche la più piccola ombra per poi lasciare la famiglia al proprio dolore.