Truffa con l'ortofrutta per i poveri: Cioffi a Lodi, ma interrogatorio annullato

Truffa con l'ortofrutta per i poveri: Cioffi a Lodi, ma interrogatorio annullato
di Barbara Savodini
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Sabato 21 Maggio 2016, 11:29
Trasferta a Lodi per Alfonso Cioffi, l’uomo detenuto presso il carcere di Latina dallo scorso febbraio perché ritenuto membro di un’associazione dedita alla truffa e al riciclaggio di ortofrutta destinata ai poveri. Il sostituto procuratore Sara Mantovani lo ha infatti convocato per un interrogatorio presso il capoluogo lombardo nella convinzione che le sue dichiarazioni possano, in qualche modo, fare luce sull’intera vicenda.

Lo scorso martedì 10 maggio, il 51enne, titolare di una ditta con sede all’esterno del mercato ortofrutticolo di Fondi, è stato quindi trasferito dalla casa circondariale di Latina all’aeroporto militare e poi accompagnato in volo fino a Lodi. Solo una volta che l’aereo era atterrato, l’avvocato della famiglia Cioffi Enzo Biasillo ha appreso della convocazione e inviato una lettera urgente al sostituto procuratore spiegandogli come il suo assistito non fosse intenzionato a fornire ulteriori dichiarazioni rispetto a quelle già rilasciate durante l’interrogatorio di garanzia.

L’incontro è stato quindi annullato e la ripartenza dell’aereo  è stata fissata per il prossimo martedì 24 maggio. La procura di Lodi continua dunque a raccogliere elementi su un’inchiesta che, secondo le indagini condotte dal Nas di Milano, ha già portato ad accertare la distrazione di 13mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli destinati ai poveri con un guadagno illecito di 4 milioni di euro. Elementi, quelli raccolti, ritenuti a prova di ricorso anche dal Tribunale del Riesame di Milano che ha respinto tutte le richieste di scarcerazione.

Oltre ad Alfonso Cioffi, si trova dunque in carcere dallo scorso febbraio anche il 44enne di Formia, ma residente ad Itri, Giampaolo D’Angelis il cui ruolo sarebbe stato quello di mettere in comunicazione il sodalizio del nord con l’azienda “L’oro della Costiera” di Fondi. Nessun affievolimento della misura cautelare nemmeno per Domenio Cioffi, il figlio 25enne di Alfonso, che resta ai domiciliari pur potendo godere di tre ore di libertà per due volte alla settimana per provvedere ai propri bisogni personali. 
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