Spara al ladro, accusato di omicidio: Latina riapre il caso legittima difesa

Spara al ladro, accusato di omicidio: Latina riapre il caso legittima difesa
di Marco Cusumano e Giovanni Del Giaccio
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Martedì 17 Ottobre 2017, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 14:03

LATINA Si è difeso dicendo di aver sparato in aria e di non essersi accorto di aver colpito mortalmente uno dei ladri entrato in casa del padre. Deve rispondere dell'accusa di omicidio volontario l'avvocato Francesco Palumbo, civilista di 47 anni di Latina, ma dopo un interrogatorio durato diverse ore - nella notte tra domenica e ieri - è tornato a casa.
Il sostituto procuratore Simona Gentile lo ha indagato a piede libero. È molto provato ma non si è mai contraddetto sulla ricostruzione fatta già dai momenti successivi alla morte di Domenico Bardi, 41 anni, il ladro originario di Napoli colpito da due proiettili alla schiena. L'avvocato li ha esplosi, insieme ad altri sei, da una semi automatica calibro 9x21 che deteneva regolarmente per difesa personale. Ha ribadito che dopo l'allarme è arrivato in via Palermo, ha trovato il palo, lo ha invitato ad andarsene, ma si è sentito in pericolo dopo l'arrivo di un altro bandito e a quel punto ha aperto il fuoco.

«PERICOLO GRAVE»
«Neanche si è accorto di aver colpito un uomo - ribadisce il suo difensore, l'avvocato Leone Zeppieri - posso dire che si è ritrovato in una condizione in cui c'era un pericolo grave e ha reagito con un tentativo di dissuasione, sparando dei colpi in aria. Voleva intimidire, non uccidere. La vittima era sulla scala e neanche il mio assistito si è accorto di quello che successo se non quando ha sentito il tonfo del corpo caduto a terra». La ricostruzione coincide con il fatto che l'uomo è stato colpito da circa dieci metri e che il cadavere era ai piedi della scala.

Al professionista sarebbero arrivati tre messaggi automatici dall'antifurto collegato al telefonino, con l'indicazione della presenza di persone in casa. «Il primo dal balcone e gli altri all'interno delle stanze adiacenti - dice ancora Zeppieri - L'arma l'aveva già indosso, non è andato a prenderla, è stata una casualità». Certo che sparando ha assunto il rischio non solo di colpire i ladri, ma anche un gruppo di bambini che giocava poco distante.

La ricostruzione, comunque, finora regge. L'avvocato che ha aperto il fuoco ha detto di aver perso la testa dopo essersi sentito minacciato perché uno dei ladri sembrava avere un'arma in tasca. Di sicuro non ce l'aveva la vittima, già nota alle forze dell'ordine, ma effettivamente gli altri due malviventi fuggiti potevano essere armati. Gli investigatori, comunque, non lasciano nulla di intentato. A cominciare dalla ricerca dei complici di Bardi, visionando anche le immagini delle telecamere della zona. Gente esperta, arrivata sapendo che in casa non c'era nessuno e con tutti gli attrezzi del mestiere. Gente che parte dal napoletano, anche in treno, arriva a Latina Scalo dove ha un'auto a disposizione, quindi entra in azione colpendo le case individuate come obiettivi. Anche da via Palermo, nonostante fosse scattato l'allarme, hanno preso degli oggetti: l'appartamento è stato trovato a soqquadro. Intanto c'è sgomento tra i colleghi dell'uomo che ha sparato. L'avvocato Palumbo viene descritto come una persona mite, dedito al lavoro e alla famiglia. Mai una discussione, uno stimato professionista.

LE POLEMICHE
Intanto si accendono le polemiche politiche. «L'uomo che ha difeso la sua vita e l'abitazione della famiglia sparando al ladro sta subendo un processo ingiusto - afferma Barbara Saltamartini, vicepresidente del gruppo della Lega-Ncs alla Camera - Non esistono né se né ma: è legittima difesa. Purtroppo le leggi del Pd che tutelano i delinquenti a scapito delle vittime dei reati hanno trasformato le vittime in carnefici».

«Non va demonizzata la possibilità di difendersi legittimamente nei termini e nei modi che il codice consente, d'altra parte è bene che questo venga affiancato da una riflessione sulla modalità corretta di usare le armi», sottolinea il presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Eugenio Albamonte.

«E' ora di approvare la proposta di legge promossa da Italia dei Valori e firmata da due milioni di cittadini per la quale difendersi in casa dai ladri non costituisce eccesso colposo», le parole di Ignazio Messina, segretario nazionale dell'Idv.

«Difendere la propria casa dovrebbe essere un diritto: una legittima difesa sbandierata in lungo e largo ma che sempre più spesso viene messa in discussione, mentre lo Stato fatica a garantire la sicurezza dei cittadini», afferma Angelo Tripodi, del Movimento Nazionale per la Sovranità.

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