La riduzione della condanna di oggi è motivata con la concessione delle attenuanti generiche equivalenti all'aggravante del rapporto di parentela contestata. I fatti risalivano al luglio 2015. Accadde che i due fratelli ebbero una violenta lite verbale (nel pregresso dei difficili rapporti familiari c'erano non solo questioni legate a un'eredità, ma anche numerose denunce con la quale Gianni aveva segnalato minacce, numerose violenze e soprusi subiti); scontro che però degenerò con Luciano (pluripregiudicato per fatti di droga) che iniziò a colpire con uno zoccolo di legno il fratello, il quale, preso un coltello, reagì violentemente, finendo per colpire anche con un'ascia la nuca dell'uomo che, salito in auto, cercava di fuggire. I medici, sul posto, cercarono di stabilizzare la vittima; portato in ospedale, però, Luciano Stirpe morì. Gianni Stirpe fu arrestato per omicidio e poi processato. Oggi (in apertura d'udienza l'imputato ha letto e poi consegnato uno scritto con il quale a conclusione ha dichiarato di pentirsi di quanto accaduto) c'è stata la condanna in appello a poco più di 14 anni di reclusione.
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