Tra la curiosità dei fedeli che hanno accettato di buon grado di diventare protagonisti di quel momento di condivisione via social. Ad un certo punto don Marco ha chiesto anche a tutti i presenti di salutare con la mano, rivolgendosi verso la fotocamera dello smartphone, coloro che erano connessi e stavano guardando la diretta via web. Ovviamente i bambini del catechismo, seduti nelle prime file, si sono molto divertiti e hanno potuto recepire il senso di questo omelia high tech. Don Marco voleva infatti spiegare il senso del “se non vedo non credo” amplificando la visione di quello che stava accadendo in Chiesa e condividendo la funzione anche con chi era connesso ma ha ribadito il fatto che c'è anche una differenza di prospettiva tra chi guarda una diretta web e chi partecipa in prima persona alla funzione religiosa. Ha poi utilizzato un esempio molto simpatico che ha fatto presa sui più giovani dicendo che, ai tempi di Gesù gli smartphone non esistevano e i discepoli non potevano scattare un selfie con lui per dimostrare che era loro apparso. E sotto il video della Messa in diretta, molti hanno lasciato commenti per complimentarsi con l'idea innovativa e simpatica del giovanissimo sacerdote. C'è chi ha rivolto un plauso al “don tecnologico”, chi ha sottolinato come sia un “bel modo di far capire cosa vuol dire partecipare”. Una modalità di dire Messa davvero particolare che parte da Sabaudia e potrebbe fare proseliti anche altrove. D'altronde, se serve ad avvicinare alla parola di Dio qualche pecorella smarrita tra le bacheche del web, ben venga.
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