Ritrovata una Jeep Willys della II Guerra mondiale sul fondale di Torre Astura

Ritrovata una Jeep Willys della II Guerra mondiale sul fondale di Torre Astura
di Ebe Pierini
3 Minuti di Lettura
Sabato 26 Agosto 2017, 15:39 - Ultimo aggiornamento: 31 Agosto, 08:44

Il tratto di mare tra Latina e Roma nasconde un mondo sommerso di relitti e di sorprese. Mezzi militari affondati durante la seconda guerra mondiale che nelle sabbie soffici del litorale laziale hanno trovato degna sepoltura e che ogni tanto riaffiorano. Da tempo l’associazione di ricercato storica UBOAT, associata alla Federazione Italiana Rievocatori va a caccia dei relitti affondati durante lo sbarco anfibio del 1944 avventuto nel litorale tra Lavinio, Anzio, Nettuno e Torre Astura. Una zona a cavallo tra le province di Roma e di Latina nella quale negli anni importanti pezzi sono stati recuperati. Basti pensare all’aereo americano trovato davanti Capo Portiere che ora esposto al museo di Piana delle Orme. In questi giorni l'ennesima scoperta: sul fondale, a 5 metri di profondità, sono stati ritrovati i resti di una jeep americana.

Claudio Morino, autore tra l'altro di un libro sullo sbarco di Anzio, presidente dell’associazione UBOAT, che da tempo esplora i fondali aiutato dalla sua macchina fotografica subacquea cercando tracce di navi, aerei e mezzi affondati, si è imbattuto nel relitto riemerso, a seguito delle mareggiate, in una zona vicino a Torre Astura. Si tratta dei resti della classica Jeep Willys, uno dei simboli dell’esercito americano durante la seconda guerra mondiale. Probabilmente è caduta in mare durante lo sbarco cadendo da uno dei moli artificiali che gli alleati usarono per avvicinarsi alla costa con le navi.

Errore umano? Una bomba nemica? Non si sa quale siano state le cause del suo inabissamento. Ora si trova lì a pochi metri dalla riva. Per via del fondale troppo basso le continue mareggiate, nei decessi, l'hanno smontata interamente. Proprio per questo Claudio Morino, affiancato da Roberto Morino, Alessandro Lama e Mauro Leva hanno avuto non poche difficoltà nell'identificazione. Ma i pezzi caratteristici, le ruote, il parabrezza, il volante, i paraurti posteriori non hanno lasciato dubbi: si tratta proprio di una Jeep Willys. I sub si sono immersi diverse volte per documentare con video e foto il relitto. Hanno effettuato una ricerca storica sui documenti. Hanno identificato le zone di sbarco ed hanno verificato sul posto con lunghe immersioni. Alla fine la loro costanza è stata premiata e la Jeep è apparsa loro. Un piccolo pezzo di storia è uscito dall'oblio.

Del ritrovamento è stata informata la Capitaneria di Porto. Probabilmente il veicolo non verrà mai recuperato anche perchè per l'operazione sono necessari mezzi idonei e i costi sono elevati. Inoltre, una volta strappata al mare, la jeep andrebbe restaurata e curata perchè dopo tutti quegli anni in fondo al mare, al contatto con l'aria si deteriorebbe in brevissimo tempo. Molti i relitti che ancora giacciono semisepolti al largo della costa tra Latina e Roma. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA