I servizi, finora, vengono garantiti ma le difficoltà sono all'ordine del giorno. Al punto che i dipendenti rimasti hanno messo nero su bianco che in caso di
ritardo nei soccorsi non si assumono alcuna responsabilità. In due si fa fatica a rispondere alle decine di chiamate che arrivano, a inviare il mezzo più adatto, a predisporre e chiudere le schede, soprattutto se c'è un codice rosso in atto. Il tutto per turni di 12 ore, dato che la nuova norma sul riposo
obbligatorio ha costretto a ridisegnare l'organizzazione.
I sindacati hanno chiesto “lumi” finora invano. In tutto questo gli straordinari del personale sono bloccati e data la situazione, ormai sempre più frequentemente, vengono attivate le cosiddette “spot”. Sono ambulanze in più rispetto a quelle previste ma vengono messe su strada anche quando sono disponibili equipaggi dell'Ares 118. Per una “spot” servono 500 euro a uscita. Nei giorni scorsi ne sono state attivate anche tre contemporaneamente, vale a dire 1.500 euro in un giorno, quanto lo stipendio di un infermiere.
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