Come nel romanzo Aleksandr Puskin: "La figlia del capitano". Stavolta, però, la protagonista è Nicole Ceretta, nata 18 anni fa a Roma: lei non si dovrà destreggiare nella fine del 1800 per le steppe della Russia, bensì il 17 settembre del 2018 sul palcoscenico di Milano contro 32 avversarie che con i Cosacchi del Don avranno in comune solo la qualità d'essere altrettanto agguerrite: in palio il titolo di Miss Italia, in numro 79 della storia, che sarà aggiudicato dalla giuria popolare col televoto, e dalla giuria in loco presieduta da Massimo Lopez e Tullio Solenghi; da Maria Grazia Cucinotta, Pupo, Andrea Scanzi, dallo chef Alessandro Borghese e dal nuotatore Filippo Magnini. Nella scheda di presentazione, oltre a tutte le sue qualità, è scritto un laconico: "figlia di un giocatore di basket". Coloro che hanno stilato il suo profilo probabilmente non sanno che quel "giocatore" è tutt'altro che anonimo, che per oltre 25 anni ha dato spettacolo sui parquet di mezza Italia e che a Latina tutti lo ricordano come uno dei Capitani più in gamba della storia della pallacanestro pontina, quello che dopo un rutilante carriera, portò la Virtus Rip Inox dalla serie D alla B in sei stagioni memorabili, dal 1992 al 1998. Nicole nella serata della finale, il 17 settembre, oltre tutto il sostegno della Capitale che l'ha proiettata sulla ribalta tricolore col titolo di Miss Roma, oltre al calore marchigiano di Arquata del Tronto (Ap) paese d'origine di mamma Stefania, avrà dalla sua tutto il tifo del basket pontino.
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