Che ci facevano alle porte di Latina? E chi c'era delle famiglie rom del capoluogo? I Ciarelli? I Di Silvio? I Travali? A quanto risulta i presenti arrivati da Latina non erano numerosi, un altro aspetto che ha incuriosito gli inquirenti. Gli ospiti venivano soprattutto da fuori. Possibile? A festeggiare i padroni di casa? E' curioso. Parliamo di una famiglia rom balzata agli onori della cronaca solo due anni fa, quando furono arrestati dai carabinieri dopo aver messo a segno un maxifurto in una villa di via Isonzo. Un colpo da duecento mila euro, con cassaforte aperta e svuotata. Ma i due fratelli e due complici ragazzini erano stati fermati da una pattuglia dei carabinieri ed erano saltati fuori Rolex, Cartier, gioielli ma anche frullino e ricetrasmittenti. Finirono subito ai domiciliari e il processo per direttissima venne rinviato. Stop. Di loro si sono perse le tracce. All'epoca gli investigatori sospettarono che l'obiettivo fosse riciclare la refurtiva tramite un negozio di quelli che acquistano e vendono oro che avevano aperto alle spalle dello stadio del capoluogo. Poi di loro non si era parlato più. Fino a ieri sera.
Possibile sia stata solo una festa? Con quegli invitati? Gli inquirenti se lo chiedono visto che dopo la sentenza Caronte e quella per l'omicidio Buonamano e adesso dopo l'inchiesta Don't touch gli esponenti di spicco dei clan di etnia rom del capoluogo, i Ciarelli e i Di Silvio sono finiti in carcere. Molti sono stati condannati nei primi due processi, altri come Costantino Cha Cha Di Silvio sono in carcere in attesa del processo Don't touch che inizierà il primo marzo prossimo. Forse l'evento era qualcosa di più di una festa. Gli invitati erano tutti uomini e tutti rom. C'erano secondo gli investigatori esponenti dei Casamonica di Roma, i Di Silvio dalla Ciociaria e perfino dei rom spagnoli.Perché sono arrivati a Latina? Dovevano decidere qualcosa? Mettere a punto una strategia? Individuare un capo? Per il momento sono domande ancora senza risposta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA