Una storia a lieto fine che tuttavia poteva andare in maniera del tutto diversa. Alle 10,30 di sabato mattina, infatti, quell'angolo della piscina era quasi vuoto. Mentre tutti facevano la fila agli scivoli in apertura, una bambina nuotava da sola in tranquillità approfittando della vasca libera. La piccola, immergendosi, ha notato qualcosa sul fondo, pensava a un oggetto, ma avvicinandosi si è accorda che era il corpo di un bambino, immobile e adagiato sul pavimento della piscina. Nessuno si era accorto di nulla. La piccola è uscita di corsa dall'acqua e ha chiamato il padre, Ivan Fruttero, 42 anni. Non poteva esserci una persona più adatta di lui, in quel momento, in quella situazione. Ivan, infatti, è un medico chirurgo dell'Icot che si occupa di emergenze.
Appena avvertito dalla figlia, Ivan non ha esitato un attimo: si è tuffato, ha tirato fuori il bambino e ha iniziato un massaggio cardiaco con respirazione. Il cuore era fermo, il bimbo privo di sensi, ma l'ossigeno di Ivan ha evitato il peggio. Non solo la morte, ma anche gravi danni a livello neurologico. Poi sono arrivati i soccorsi, ma ciò che contava era intervenire subito.
«Ricorda che tuo padre è un eroe», queste le parole pronunciate da un poliziotto alla figlia di Ivan. Ma lui, da buon medico, glissa: «No, ho fatto solo il mio dovere...». Probabilmente, in cuor suo, sa di aver fatto molto di più.
Dopo il suo intervento sono arrivati i colleghi dell'Ares 118, poi è intervenuto anche l'elicottero che ha trasferito il piccolo al Bambino Gesù di Roma dove è tutt'ora ricoverato. Un blocco intestinale, probabilmente legato alla colazione che aveva consumato poco prima, stava per portarsi via un bimbo in tenerà età. Salvato dalla fortuna, da una bimba di 9 anni e dal suo papà.