Sistema Latina, il Comune era "suddito" della società di calcio di Maietta e pagava tutte le spese

Di Giorgi e Maietta
di Marco Cusumano
4 Minuti di Lettura
Martedì 15 Novembre 2016, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 12:38
Il Comune di Latina era al servizio del Latina Calcio di Pasquale Maietta, ne assecondava le richieste e le pretese, fino a sottrarre soldi per progetti di interesse pubblico, come la ristrutturazione dell'ex Albergo Italia in piazza del Popolo. Dalle carte dell'indagine emerge un quadro desolante, ulteriormente aggravato dalle parole del procuratore capo di Andrea De Gasperis che ha parlato di sudditanza dell'amministrazione comunale nei confronti della società calcistica. Fino ad arrivare a favori onerosi come la realizzazione di lavori per oltre 1,2 milioni di euro che non spettavano al Comune, ma alla società sportiva.

L'accusa si focalizza sul periodo compreso tra il 2011 e il 2014, quando furono realizzate una serie di opere quali l'ampliamento dello stadio comunale e il rifacimento del campo di calcio della ex Fulgorcavi destinato agli allenamenti della squadra, utilizzando procedure irregolari. In particolare per l'ampliamento della tribuna dello stadio Francioni il Comune spese 444.000 euro, tra l'altro commettendo delle violazioni di tipo urbanistico.
Secondo il giudice l'operazione fu messa a punto «con la collaborazione della dirigenza collusa (Rino Monti ed Elena Lusena) consapevole dell'abuso amministrativo». Inquietante un passaggio del giudice Mara Mattioli: «Nonostante il grave dissesto finanziario del Comune di Latina, gli interessi di Maietta vengono anteposte alle necessità pubbliche».

Infatti per Maietta è stato chiesto l'arresto, ma essendo deputato di Fratelli d'Italia occorre ottenere l'autorizzazione a procedere dalla Camera dei Deputati: la richiesta è stata inoltrata immediatamente dopo gli arresti, come previsto dalla legge.

Per Maietta le accuse sono gravissime, tanto da spingere la sua società a un silenzio stampa che sembra inevitabile. Eppure viene annunciato tramite una nota con la quale «calciatori, staff tecnico e dirigenza esprimono solidarietà e vicinanza al proprio presidente». Esattamente come quando lo stesso Maietta fu travolto dall'inchiesta Don't touch e da quella amicizia con Costantino Di Silvio (detto Cha-Cha) che lui stesso si affannò a definire inopportuna.

Leggendo le carte dell'indagine emerge una continua ingerenza di Maietta sul sindaco Di Giorgi. «Particolarmente significative - scrive il giudice - sono le conversazioni tra Monti e il dirigente del Bilancio Quirino Volpe che comprovano l'assenza di qualsiasi perseguimento di interesse pubblico nell'ampliamento delle tribune come afferma Ventura Monti: Quello scandalo lì del Francioni se poteva pure fa' a meno de fa' (...) I 400.000 euro famosi che dovevano servire per l'Albergo Italia... mettemoli qua!».

«Maietta andava dal sindaco a rompere i coglioni», dice senza mezzi termini Monti. «Le conversazioni eloquenti - scrive il giudice - sono molto allarmanti in quanto emblematiche di una gestione economica del Comune ormai allo sbando per perseguire in maniera assolutamente prioritaria la progettualità del Maietta assecondando ogni richiesta relativa allo stadio, con procedure palesemente illegittime». E dalle conversazioni emergono operazioni allucinanti per trovare i soldi per lo stadio: «I 400.000 dell'Albergo Italia sono diventati 440.000, perché c'ho messo altri residui di edifici pubblici vecchi per arrivarci, i 170 sono diventati 226». Acrobazie di bilancio che però hanno un limite. Volpe a un certo punto sbotta: «Rino non la sto a drammatizzà la situazione, sto fuori con tutti i limiti finanziari, tutti! Me so' inventato le cazzate, mo' non ce l'ho più, so' finite!».

Sul caso dello stadio Rino Monti è già sotto processo. Proprio la scorsa settimana l'udienza sui lavori di ampliamento della gradinata dello stadio è stata rinviata per l'incompatibilità del giudice Nicola Iansiti, presidente del collegio penale, che all'epoca dispose il sequestro della gradinata. L'udienza è stata fissata al 21 giugno 2017 davanti al collegio penale presieduto da Pierfrancesco De Angelis. 

Secondo l'accusa, anche Di Giorgi, per sostenere le richieste di Maietta, interveniva su Volpe affinché ci fosse la copertura finanziaria per assecondare le pretese del Latina Calcio. «Numerose determine - scrive il giudice - sono adottate in assenza di copertura finanziaria, predisposte da Deodato per le esigenze del Latina Calcio con palesi irregolarità». Le pressioni di Di Giorgi e Maietta sono costanti, tanto che «Monti - scrive il giudice - preoccupato, spera almeno che vengano reperiti i fondi per i lavori della Fulgorcavi: «Aho se non c'avemo manco questa coperta, so' cazzi! Questa è quella che telefonò il sindaco!» dice a Volpe. I lavori d'ampliamento della tribuna furono poi aggiudicati dalla società Ceta per un importo di 417.000 euro mentre il basamento della tribuna fu aggiudicato dalla Massicci per 30.000. 

«In occasione della presentazione della squadra allo stadio Francioni - scrive il giudice nell'ordinanza - Di Giorgi viene fortemente contestato dalla tifoseria del Latina Calcio che vorrebbe un nuovo stadio come assicurato nel suo programma elettorale. Appare evidente - continua il giudice - come Di Giorgi e la sua dirigenza collusa operi a favore del Latina Calcio impegnando elevate somme di denaro certificate anche dal dirigente Monti che dice: Vabbè questo è il giusto ringraziamento perché ce avemo messo un botto de quatrini appresso, ma no ma guarda è una cosa turca guarda questa... non se può sopportà, stiamo a fa i salti mortali pe cercà de fa le cose e poi alla fine... no non può essere!».

Marco Cusumano