Si tratta del tragitto che nell’autunno del 1789 compirono Sir Richard Colt Hoare, cultore di antichità, e Carlo Labruzzi, valente pittore ed incisore romano, con un significato particolare sul piano archeologico e su quello artistico-culturale. I due partirono da Roma per percorrere tutta l’Appia antica seguendo il cammino probabilmente compiuto nel 37 a.C., da Orazio con alcuni compagni, fra i quali Mecenate e Virgilio. Sir Hoare avrebbe descritto i siti, le epigrafi e i monumenti romani incontrati lungo la strada per farne una relazione al suo ritorno in patria, mentre Labruzzi avrebbe disegnato su grandi fogli di carta quanto vedevano.
Nel suo saggio il prof Malizia analizza 15 degli acquerelli del pittore (che fece centinaia di disegni in grande formato che successivamente ricopiò e acquerellò in monocromo seppia affinché potessero essere trasformati più agevolmente in incisioni) che evidenziano come Terracina abbia visto il proprio territorio sconvolto da una urbanizzazione selvaggia e distruttiva. I disegni di Labruzzi risultano particolarmente importanti soprattutto sul piano archeologico poiché, mostrando le condizioni dei monumenti romani dell’Appia alla fine del ‘700, spesso documentano situazioni oggi alterate o addirittura perdute.
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