Aperte e chiuse a orologeria, secondo l'indagine, per eludere il fisco incassando i crediti d'imposta, le società erano comunque operative tra Aprilia, Cisterna e la provincia di Lodi. Proprio preoccupandosi di eventuali controlli incrociati in Lombardia - e del rischio di perdere clienti importanti - i protagonisti cercano di tutelarsi rispetto alle verifiche della Guardia di Finanza.
Un sistema che ha retto e anzi è andato avanti proprio mentre gli investigatori, su delega dei sostituti procuratori Luigia Spinelli e Giuseppe Bontempo - ascoltavano gli artefici del maxi raggiro.
Nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Pierpaolo Bortone, ci sono una serie di dialoghi che inequivocabilmente coinvolgono da Cardenia a Fiorillo, dai prestanome ai familiari.
LE SOCIETÀ
Cooperative di trasporto e facchinaggio che aprivano tra Aprilia e Cisterna e poi venivano trasferite nel Regno Unito. Dalla Seven Italia alla Hb Services, dalla Iwork società cooperativa - ancora oggi sui motori di ricerca per incarichi interinali - e ancora New Sinergy, Job Factor, Job Up, Market and researches ltd, Vox Italia - anche questa tra i motori di ricerca per chi è a caccia di un lavoro o Queencoop. Ci sono poi la Maxpower Job e la Worldwide Global service, New Sinergy e Limpiax.
Diciamo che i nomi stranieri piacevano a chi apriva, chiudeva e trasferiva le aziende - tutte gestite da prestanomi - con l'intento sì di mettere in piedi aziende che avrebbero fornito lavoratori ad altre realtà, ma anche di aggirare il Fisco con cifre a sei zeri.
LA GENESI
L'operazione Super Job è nata proprio da alcuni accertamenti eseguiti su alcune aziende di facchinaggio di Aprilia, una normale attività che si è trasformata in qualcosa di molto più serio e ha fatto emergere il coinvolgimento anche di tre finanzieri e un addetto dell'agenzia delle entrate in grado di aggiustare le cose. Alcuni conti non tornavano e la Finanza ha poi deciso di approfondire arrivando a scoprire un modus operandi a quanto pare collaudato da anni. Sotto sequestro è finita copiosa documentazione contabile, extracontabile e bancaria legata alle numerose cooperative create e poi fatte sparire.
Cooperative che lavoro, magari, lo hanno dato davvero, ma che servivano più che altro come scatole cinesi in grado di fatturare, andare a credito con le imposte e sparire.
LE PREOCCUPAZIONI
I controlli della Finanza, dei quali sanno e che in molti casi vedono quali autori gli stessi militari che percepivano riconoscimenti in denaro o altro, sono comunque un problema per l'associazione che ha organizzato il maxi raggiro. Perché un conto è avere a che fare con il comando di Aprilia e un altro doversi rapportare con altri. Nelle diverse conversazioni i principali protagonisti della vicenda sono preoccupati dell'esito che potrebbero avere i controlli incrociati. Se l'azienda X fornisce personale a quella Y, infatti, inevitabilmente gli uomini delle Fiamme Gialle vanno anche lì e questo potrebbe comportare dei problemi con i clienti. Perciò, in molti casi, si preoccupano di chiedere che le verifiche restino circoscritte ad Aprilia o comunque solo alle loro attività.
Perché per mandare avanti il sistema messo in piedi era comunque necessario continuare a fornire personale e servizi, lasciare on-line le ricerche, emettere fatture. Diversamente la maxi truffa sarebbe terminata lì. Ci ha pensato la Guardia di Finanza a scrivere la parola fine, senza fermarsi - com'è sacrosanto - di fronte ai suoi tre uomini coinvolti.
Giovanni Del Giaccio
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