Latina, operazione Super Job: così le cooperative cercavano lavoratori e beffavano il Fisco

Latina, operazione Super Job: così le cooperative cercavano lavoratori e beffavano il Fisco
di Giovanni Del Giaccio
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Giovedì 15 Febbraio 2018, 10:18
Lavoro, come se piovesse. Promesse di lavoro, meglio. Basta fare un giro sui motori di ricerca ed ecco spuntare le cooperative di facchinaggio che offrono posti come nulla fosse. Attività interinali, soprattutto, dietro le quali c'è qualche impiego da fornire ad aziende che hanno bisogno di manovalanza per determinati periodi di tempo.
Aperte e chiuse a orologeria, secondo l'indagine, per eludere il fisco incassando i crediti d'imposta, le società erano comunque operative tra Aprilia, Cisterna e la provincia di Lodi. Proprio preoccupandosi di eventuali controlli incrociati in Lombardia - e del rischio di perdere clienti importanti - i protagonisti cercano di tutelarsi rispetto alle verifiche della Guardia di Finanza.
Un sistema che ha retto e anzi è andato avanti proprio mentre gli investigatori, su delega dei sostituti procuratori Luigia Spinelli e Giuseppe Bontempo - ascoltavano gli artefici del maxi raggiro.
Nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Pierpaolo Bortone, ci sono una serie di dialoghi che inequivocabilmente coinvolgono da Cardenia a Fiorillo, dai prestanome ai familiari.
LE SOCIETÀ
Cooperative di trasporto e facchinaggio che aprivano tra Aprilia e Cisterna e poi venivano trasferite nel Regno Unito. Dalla Seven Italia alla Hb Services, dalla Iwork società cooperativa - ancora oggi sui motori di ricerca per incarichi interinali - e ancora New Sinergy, Job Factor, Job Up, Market and researches ltd, Vox Italia - anche questa tra i motori di ricerca per chi è a caccia di un lavoro o Queencoop. Ci sono poi la Maxpower Job e la Worldwide Global service, New Sinergy e Limpiax.
Diciamo che i nomi stranieri piacevano a chi apriva, chiudeva e trasferiva le aziende - tutte gestite da prestanomi - con l'intento sì di mettere in piedi aziende che avrebbero fornito lavoratori ad altre realtà, ma anche di aggirare il Fisco con cifre a sei zeri.
LA GENESI
L'operazione Super Job è nata proprio da alcuni accertamenti eseguiti su alcune aziende di facchinaggio di Aprilia, una normale attività che si è trasformata in qualcosa di molto più serio e ha fatto emergere il coinvolgimento anche di tre finanzieri e un addetto dell'agenzia delle entrate in grado di aggiustare le cose. Alcuni conti non tornavano e la Finanza ha poi deciso di approfondire arrivando a scoprire un modus operandi a quanto pare collaudato da anni. Sotto sequestro è finita copiosa documentazione contabile, extracontabile e bancaria legata alle numerose cooperative create e poi fatte sparire.
Cooperative che lavoro, magari, lo hanno dato davvero, ma che servivano più che altro come scatole cinesi in grado di fatturare, andare a credito con le imposte e sparire.
LE PREOCCUPAZIONI
I controlli della Finanza, dei quali sanno e che in molti casi vedono quali autori gli stessi militari che percepivano riconoscimenti in denaro o altro, sono comunque un problema per l'associazione che ha organizzato il maxi raggiro. Perché un conto è avere a che fare con il comando di Aprilia e un altro doversi rapportare con altri. Nelle diverse conversazioni i principali protagonisti della vicenda sono preoccupati dell'esito che potrebbero avere i controlli incrociati. Se l'azienda X fornisce personale a quella Y, infatti, inevitabilmente gli uomini delle Fiamme Gialle vanno anche lì e questo potrebbe comportare dei problemi con i clienti. Perciò, in molti casi, si preoccupano di chiedere che le verifiche restino circoscritte ad Aprilia o comunque solo alle loro attività.
Perché per mandare avanti il sistema messo in piedi era comunque necessario continuare a fornire personale e servizi, lasciare on-line le ricerche, emettere fatture. Diversamente la maxi truffa sarebbe terminata lì. Ci ha pensato la Guardia di Finanza a scrivere la parola fine, senza fermarsi - com'è sacrosanto - di fronte ai suoi tre uomini coinvolti.
Giovanni Del Giaccio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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