«Ad aggiungere crudeltà ad una situazione già drammatica sotto il profilo giuridico, umanitario e diplomatico, la famiglia Berardi - si legge nella nota - ha dovuto purtroppo constatare (di nuovo) il perpetrarsi di un assordante silenzio da parte proprio del Ministero degli Affari Esteri e delle istituzioni italiane; il Comitato ricorda che la data di scadenza della pena di Roberto Berardi (2 anni e 4 mesi per appropriazione indebita) era fissata da sentenza lo scorso 19 maggio. In quella data la magistratura nguemista ha deciso di prorogare la sofferenza di Berardi fino al 7 luglio, una scadenza considerata dalla famiglia e dal Comitato l'ennesimo abuso di potere della “giustizia” di quel Paese. Il 7 luglio, Roberto Berardi non è stato liberato, nonostante un'ordinanza dello stesso Tribunale di Bata, datata 2 luglio, ne predisponesse la scarcerazione».
«Nonostante sia il Ministero degli Affari Esteri che l'Alto Commissario Ue agli Affari Esteri ed alla Cooperazione si fossero impegnati, a metà maggio, a fornire “tutta l'assistenza necessaria a tutelarne l'incolumità” - continua la nota - Di fronte a questo ennesimo abuso giudiziario l'Italia, il suo Governo, la sua diplomazia e l'Unione Europea appaiono non solo impotenti ma anche pericolosamente e drammaticamente silenti nei confronti dei loro omologhi equatoguineani, oltre che inadempienti, allo stato attuale, degli impegni presi con la Famiglia Berardi. Impegni che, in una società civile, si presume siano obblighi istituzionali e non concessioni. A questa già drammatica situazione si aggiunge quella di altri 5 connazionali, 3 dei quali detenuti in carcere senza uno straccio di capo di imputazione, trovatisi loro malgrado in guai giudiziari più grandi di loro. La manifestazione di venerdì 10 luglio 2015 avrà lo scopo di dare voce a queste persone, che chiedono solo di poter riabbracciare i propri cari, allo stato attuale tutti ingiustamente detenuti a migliaia di chilometri dai propri affetti».
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