Latina, ospedale "Goretti" all'avanguardia
per interventi sui noduli della tiroide

L'équipe multidisciplinare del Goretti che esegue gli interventi
di Giovanni Del Giaccio
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Sabato 22 Novembre 2014, 11:38 - Ultimo aggiornamento: 12:00
LATINA - L'équipe multidisciplinare dell'ospedale "Santa Mara Goretti" che si occupa di Termoablazione con radiofrequenza di noduli alla tiroide ha ottenuto un importante riconoscimento dagli Stati Uniti. E' di questi giorni, infatti, la pubblicazione di un importante lavoro scientifico sulla rivista americana "The Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism" sulle prospettive e studi legati alla termoablazione dei noduli della tiroide. Una tecnica ormai ampiamente in uso al "Goretti" che è all'avanguardia in questo genere di cura. Il lavoro è stato portato a termine da uno staff di medici ospedalieri che comprende l'endocrinologo Roberto Cesareo, il direttore della radiologia interventistica Roberto Cianni, il radiologo Valerio Pasqualini, il chirurgo Erminio Saralli e il dirigente della chirurgia Marco Sacchi, Giuseppe Campagna direttore dell'unità operativa di Medicina Interna e la Carla Simeoni, biostatistica dell'Inail di Monteporzio Catone (Roma). Lo studio, durato circa 2 anni - con il supporto della Asl - ha evidenziato l'efficacia del trattamento termoablativo dei noduli tiroidei con la tecnica della radiofrequenza. Con un singolo trattamento eseguibile in regime di day-surgery (il paziente nella stessa giornata viene ricoverato e dimesso) e della durata variabile da circa 20 a 60 minuti e con una lieve anestesia locale, il nodulo tiroideo subisce una riduzione volumetrica di circa il 70% scongiurando in tal modo l'eventualità dell'intervento classico di tiroidectomia che espone il paziente a maggiori complicanze oltre che all'utilizzo dell'anestesia generale e a giorni di convalescenza. Da non sottovalutare, inoltre, i costi significativamente ridotti rispetto all'intervento chirurgico vero e proprio. "Dati su tale tecnica sono già stati pubblicati nel recente passato - spiega Roberto Cesareo - ma questo lavoro si distingue dai precedenti in quanto il trattamento è stato eseguito su formazioni nodulari più voluminose e perché ha evidenziato dati di efficacia sulla riduzione volumetrica”. "“Elemento significativo - aggiungono Roberto Cianni Valerio Pasqualini - è che, indipendentemente dall'entità della riduzione volumetrica, il paziente riferisce rapidamente un miglioramento dei segni e dei sintomi compressivi inizialmente riferiti". Soddisfazione è stata espressa dal direttore generale della Asl, Michele Caporossi.

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