I particolari dell’operazione sono stati resi noti dalla dirigente dell'ufficio anticrimine Annabella Cristofaro, dal dirigente del commissariato di Cisterna, Walter Dian e dal vicequestore vicario Antonio Mannoni.
L'indagine è scattata nel 2011 dopo la denuncia presentata dallo stesso Perrozzi dopo il rinvenimento di un ordigno esplosivo nei pressi della casa di famiglia. Ma dalle intercettazioni telefoniche è emerso che l'imprenditore aveva un vorticoso giro di affari attraverso prestanome. Perrozzi è stato condannato a 3 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale attraverso l'emissione di fatture inesisteni.
Oggi il tribunale oltre alla confisca dei beni ha
disposto anche la soveglianza speciale con l'obbilgo di soggiorno per tre anni che l'imprenditore ha fissato in una città del Nord Italia.
I beni confiscati si trovano in larga parte a Cisterna, ma ce ne sono anche a Latina, San Felice, Terracina, oltre che ad Arezzo e Padova. Nell'elenco anche due ville da sogno a Porto Cervo e Porto Rotondo e ventidue auto, tra cui due Porsche, una Aston martin e una Daimler.
Confiscate anche le partecipazioni societarie nella Fabris Yacht, nella Posillipo srl, e nella Rizzardi srl .
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