Latina, coltivazioni distrutte dal gelo: danni per decine di milioni, Coldiretti chiede alla Regione Lazio lo stato di calamità naturale

Latina, coltivazioni distrutte dal gelo: danni per decine di milioni, Coldiretti chiede alla Regione Lazio lo stato di calamità naturale
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Giovedì 12 Gennaio 2017, 11:30
Non si attenua l'ondata di gelo in provincia di Latina. Le gelate hanno messo in ginocchio il settore agricolo, per questo Coldiretti ha chiesto alla Regione Lazio di attivare la procedura per la dichiarazione dello stato di calamità naturale «anche per ottenere condizioni agevolate per il credito agrario e l’esonero parziale dei contributi previdenziali e assistenziali per gli imprenditori ed i loro dipendenti».

«Chiediamo ai comuni colpiti dalle avversità come anche all’amministrazione provinciale – scrivono Carlo Crocetti e Paolo De Ciutiis, presidente e direttore di Coldiretti Latina – di inoltrare in Regione analoga sollecitazione per sostenere l’istanza del settore produttivo agricolo anche con la forza delle singole realtà territoriali».

I campi aperti
Qui il bilancio è dramamtico. Dal nord al sud della provincia pontina, migliaia di ettari di coltivazioni a campo aperto sono state bruciate dal gelo. Persi interi raccolti di finocchi, rape, carciofi, scarole, broccoli. I danni ammontano, da una prima stima elaborata sulla base delle segnalazioni finora raccolte dalle federazioni provinciali della Coldiretti, a decine di milioni di euro.

Le serre
Preoccupa anche la tenuta della serricoltura. Resta infatti critica ovunque la situazione nelle serre (Fondi, Terracina, Sabaudia, Latina, San Felice, Pontinia) dove, per salvaguardare le piantine, gli agricoltori devono tenere accesi gli impianti di riscaldamento anche di giorno, con un rilevante aggravio dei costi di produzione.

Rischio speculazione
Attenzione alle speculazioni, già in agguato. I prezzi degli ortaggi sono aumentati in media del 200% dal campo alla vendita, anche perché sono crollati i quantitativi di verdure e ortaggi destinati ai mercati. Alcuni prodotti, almeno quelli coltivati in Italia, risultanooggi introvabili. Disponibilità ridotte per cavoli e zucchine, con inevitabili rifessi sui prezzi. Secondo le rilevazioni del Centro agroalimentare (Car) di Roma i rincari più marcati sono quelli delle bietole (+350%), degli spinaci (+225%), della lattuga (170%), dei cavoli (+150%). «Prima di acquistare – suggerisce Coldiretti ai consumatori - verificate l'origine degli ortaggi, scegliete quelli di provenienza nazionale. Per fugare dubbi sulla freschezza fate spesa dagli agricoltori, nelle aziende o nei mercati di Campagna Amica operativi su Latina, Sezze e Sabaudia». 
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