Latina, bimba morta sulle piste da sci: per il giovane che la travolse un anno di “messa alla prova”

Latina, bimba morta sulle piste da sci: per il giovane che la travolse un anno di “messa alla prova”
di Marco Cusumano
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Giovedì 22 Gennaio 2015, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 17:02
LATINA - Un anno di “messa alla prova” con incontri dallo psicologo e attività di volontariato con l'associazione "Libera". E' questa la decisione del giudice Maria Grazia Devietti Goggia del tribunale per i minorenni di Torino che ieri ha valutato il caso del 17enne di Chieri (Torino) che il 9 marzo dello scorso anno travolse e uccise sulle piste da sci di Gressoney-Saint-Jean una bimba di tre anni, Matilde De Laurentis, di Latina.

Il giudice ha accolto la richiesta di sospensione del processo per un anno disponendo un percorso di prova al termine del quale ci sarà una nuova valutazione. Durante i 12 mesi il ragazzo incontrerà lo psicologo e svolgerà una serie d'attività con l'associazione "Libera", con riferimento in particolare alle vittime di incidenti stradali.



Intanto prosegue l'inchiesta della Procura di Aosta, l'unico indagato al momento è il maestro di sci che quel giorno accompagnava Matilde, la più piccola del gruppo di bambini iscritti al corso. A dicembre il giudice per le indagini preliminari di Aosta, Maurizio D'Abrusco, ha ordinato nuove verifiche alla Procura per fare chiarezza su eventuali responsabilità in merito all'incidente avvenuto il 9 marzo 2014. I genitori della bambina si erano opposti alla richiesta di archiviazione dell'inchiesta e il giudice ha accolto le loro motivazioni disponendo altri due mesi di indagini per «approfondire le condotte di tutte le persone coinvolte». Le verifiche potrebbero dunque allargarsi coinvolgendo non solo il maestro che era presente al momento dell'incidente, ma anche i gestori della pista.



In base alle verifiche il ragazzo, al momento dell'incidente avvenuto dietro a un dosso, procedeva a oltre 50 chilometri orari. Ma le perizie consegnate ad agosto ai magistrati di Aosta escluderebbero responsabilità colpose per il maestro di sci che accompagnava la vittima e altri otto bambini, per la scuola e per il gestore delle piste.
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