«Mi sono svegliata durante l'intervento»
Sotto processo un medico dell'ospedale di Latina

«Mi sono svegliata durante l'intervento» Sotto processo un medico dell'ospedale di Latina
di Marco Cusumano
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Sabato 21 Novembre 2015, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 18:01
LATINA - Sono due gli incubi peggiori di chi deve sottoporsi a un intervento chirurgico: non svegliarsi più e svegliarsi durante l'intervento.

Una donna di Latina sostiene si essersi svegliata durante un'operazione in anestesia generale al Santa Maria Goretti. La paziente di 50 anni ha riferito di aver sofferto atrocemente, sentendo un forte dolore fisico e riuscendo ad ascoltare le voci dei medici. Con questa accusa ha trascinato in tribunale l'anestesista Alessandra Maria Marella che ora deve rispondere del reato di lesioni. L'udienza del processo si è svolta ieri pomeriggio davanti al giudice Velardi alla presenza dell'avvocato difensore Paolo Censi.



In aula sono stati ascoltati tre testimoni: un'infermiera e due medici, tutti presenti all'intervento di colecistectomia che consiste nell'asportazione della cistifellea. I testimoni hanno escluso con sicurezza la possibilità che si sia verificato un episodio di “Awareness”, ovvero di anestesia cosciente. Questo perché non risultano le alterazioni che tale evento avrebbe comportato, a cominciare dall'aumento della pressione e della frequenza del battito cardiaco.



E' probabile che il processo si giocherà soprattutto sulle consulenze tecniche prodotte da accusa e difesa per sostenere le rispettive ragioni. L'infermiera ha anche negato che la paziente abbia riferito di essersi svegliata durante l'intervento, una volta ripresa conoscenza. La donna è invece sicura di quanto sostiene. Dopo l'intervento, una volta dimessa dall'ospedale, si è anche recata da uno psicologo per sottoporsi a dei test.



I risvegli involontari durante le operazioni chirurgiche non esistono solo nei film come “Awake”. Si possono verificare in rari casi: un paziente ogni 19.600. Tra le cause una dose errata di anestetico, soprattutto in interventi di emergenza, o nei cesarei di emergenza in cui un'eccessiva dose di anestetico potrebbe nuocere al nascituro.
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